“Nonostante il lavoro di tanti governi in tutto il mondo, il numero delle vittime degli incidenti stradali è ancora alto”. Lo ha sottolineato il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Altero Matteoli, intervenendo nella prima giornata della conferenza ministeriale su Ambiente globale ed energia e Trasporti. Il ministro ha osservato che il numero delle vittime della strada “cala ogni anno ma non abbiamo vinto la battaglia” aggiungendo che essa riguarda “in larga parte i giovani”. Secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità, ha ricordato il ministro, “i morti sulle strade sono ogni anno 1.200.000. In mancanza di interventi si prevede un raddoppio di questa cifra spaventosa al 2020”.
L’impegno dell’Italia nel settore della sicurezza stradale, ha rilevato Matteoli, “insieme a tutti i Paesi europei, è stato intenso e ci ha permesso di raggiungere risultati importanti. Alla fine del 2009 la riduzione stimata di incidenti è stata di circa il 40 per cento rispetto al 2001. Ma i decessi sono ancora troppi e troppe sono le invalidità gravi, senza dire del costo sociale di tutto ciò che è pari a 30 miliardi di euro l’anno, equivalenti al 2 per cento del nostro Pil”.
Per dare un’idea della dimensione del fenomeno, Matteoli ha aggiunto che “gli incidenti stradali costituiscono causa di mortalità circa dieci volte superiore a quella dovuta a infortuni sul lavoro; i morti sulle strade sono cento volte maggiori rispetto alla somma dei decessi causati da tutte le altre modalità di trasporto messe assieme, ed è la prima causa di morte nella fascia di età fino a 40 anni”.
In definitiva, ha concluso, “non esiste nel nostro Paese (e in nessun altro Paese sviluppato) una causa violenta di mortalità e ferimento che per dimensioni e impatto sociale ed economico si avvicini anche lontanamente agli incidenti stradali”.