L’impegno dell’Italia nel settore della sicurezza stradale, ha rilevato Matteoli, “insieme a tutti i Paesi europei, è stato intenso e ci ha permesso di raggiungere risultati importanti. Alla fine del 2009 la riduzione stimata di incidenti è stata di circa il 40 per cento rispetto al 2001. Ma i decessi sono ancora troppi e troppe sono le invalidità gravi, senza dire del costo sociale di tutto ciò che è pari a 30 miliardi di euro l’anno, equivalenti al 2 per cento del nostro Pil”.
Per dare un’idea della dimensione del fenomeno, Matteoli ha aggiunto che “gli incidenti stradali costituiscono causa di mortalità circa dieci volte superiore a quella dovuta a infortuni sul lavoro; i morti sulle strade sono cento volte maggiori rispetto alla somma dei decessi causati da tutte le altre modalità di trasporto messe assieme, ed è la prima causa di morte nella fascia di età fino a 40 anni”.
In definitiva, ha concluso, “non esiste nel nostro Paese (e in nessun altro Paese sviluppato) una causa violenta di mortalità e ferimento che per dimensioni e impatto sociale ed economico si avvicini anche lontanamente agli incidenti stradali”.