Non fa bene solamente al portafoglio. Ricostruire uno pneumatico è importante anche per l’ambiente. Secondo uno studio realizzato da Best Foot Forward (ente indipendente britannico di ricerca ambientale) per conto del Centre of Remanufacturing and Reuse, ricostruire una gomma permette un minor consumo di materie prime, una minore immissione nell’ambiente di pneumatici usati e minor emissione di CO2. Nel dettaglio sono 89,7 i chilogrammi di CO2 generati dalla produzione di uno pneumatico nuovo di 17,5 pollici per veicolo commerciale, mentre per ricostruire un equivalente pneumatico le emissioni scendono a 22,7 chilogrammi di CO2 . Come è noto, il CO2 è uno dei gas serra responsabili dell’innalzamento della temperatura del pianeta, la cui riduzione è un obiettivo fissato dal Protocollo di Kyoto e uno degli impegni prioritari della stessa industria mondiale dello pneumatico. Sia nella produzione sia nella ricostruzione degli pneumatici è l’impiego di materiali l’elemento maggiormente responsabile delle emissioni di CO2 . Nell’esempio di uno pneumatico di 17,5 pollici, il solo impiego dei materiali nella produzione determina l’emissione di 48,6 chilogrammi di CO2, mentre nella ricostruzione le emissioni corrispondenti sono solo di 10 chilogrammi di CO2. Nel caso del pneumatico ricostruito, spiega l’Associazione italiana ricostruttori pneumatici in una nota, il materiale corrisponde al nuovo battistrada posto su una struttura portante di uno pneumatico usato di qualità in perfette condizioni di affidabilità. La seconda componente di impatto ambientale è dovuta all’energia necessaria per il processo di produzione del nuovo che determina l’emissione di 31,4 chilogrammi di CO2, e per il ricostruito l’emissione corrispondente è di 8,9 chilogrammi di CO2.
La ricostruzione – sottolinea Airp – è la naturale prosecuzione della vita dello pneumatico nuovo di qualità, e anche grazie ad essa lo pneumatico può offrire un contributo importante per la salvaguardia ambientale.