Genova e Trieste sono nel mirino di Unicredit, che pensa a scommettere sui porti. Alessandro Profumo, amministratore delegato di Unicredit ha infatti illustrato in una lunga intervista al quotidiano ligure “Il Secolo XIX” il progetto della banca. Ecco come spiega Profumo l’interesse per le grandi opere da parte di Unicredit. “Bisogna individuare dei motori per la crescita e noi vediamo nelle infrastrutture una grande occasione”, risponde Profumo a Francesco Ferrari e Luigi Leone, giornalisti del “Secolo”. “Primo: la loro realizzazione è un volano importante, perché mette in movimento un circuito economico-finanziario che ha ricadute dirette sulle aziende e sull’occupazione. Secondo: le grandi opere infrastrutturali sono una delle componenti principali della capacità di un Paese di svilupparsi dopo la loro costruzione”. “E c’è di più. Se per esempio, Trieste diventa la porta della Mitteleuropea per le merci in arrivo dal Far East e grazie a questa porta nasce una piattaforma logistica completa, dove la merce viene anche lavorata e trasformata, perché abbandonare questo business e lasciare che vada a Rotterdam o ad Amburgo? Ecco perché parlo di opportunità: c’è tutta una filiera che si mette in moto”.
Profumo entra nel dettaglio anche per quello che riguarda il porto di Genova: “Crediamo che in Italia ci siano due mondi naturali destinati a costituire la porta di ingresso verso aree geografiche diverse: Trieste guardando alla Mitteleuropa, Genova se si pensa alla Pianura Padana, al Piemonte e all’area più occidentale dell’Europa. In sé, è tutto molto semplice. Mi pare che attualmente ci sia una ovvia e grande attenzione per la logistica e che tutto ciò venga vissuto come un’opportunità. Questa è la svolta. È importante, però, non cadere nella tentazione di immaginare che chi assume delle iniziative lo faccia rappresentando una minaccia per qualcosa o per qualcuno. In realtà si tratta di qualcosa che è estremamente positivo per il Paese. Questo, almeno, è lo spirito che muove Unicredit”.