Trasporto aereo, Matteoli stringe
i tempi sulla riorganizzazione

Nel 2030 i passeggeri del trasporto aereo in Italia saranno 265 milioni, il doppio rispetto ai 132 di quest’anno. La crescita annua fino al 2015 sarà del 3,5 per cento. Insomma, gli scali aeroportuali rischiano il collasso. “Non solo sarà necessario potenziare i singoli aeroporti”, scrive oggi il Sole 24 Ore in un articolo a firma di Giorgio Santilli, “ma la massima attenzione andrà posta anche ai collegamenti ferroviari e intermodali necessari per garantire l’accessibilità alle aerostazioni. Oggi gli scali collegati per ferro sono sei, dovranno diventare 25”.
Il flusso di veicoli privati e pubblici diretti agli aeroporti potrebbe infatti far collassare le strade di collegamento. Le previsioni sul traffico aereo sono contenute nel primo studio One Works Nomisma-Kpmg (anticipato il 27 settembre dal Sole 24 Ore) che costituirà lo scheletro del futuro piano nazionale degli aeroporti e ieri è stato presentato in un incontro a porte chiuse al dicastero delle Infrastrutture. “Il ministro, Altero Matteoli”, scrive il quotidiano economico, “ha chiarito che lo studio è ancora una prima stesura, ma ha ribadito la necessità di procedere in fretta verso l’elaborazione del piano nazionale. «La programmazione del sistema dei trasporti è ferma al piano generale del 1986 e occorre procedere in quella direzione», ha detto il ministro. Al seminario presenti i vertici di Alitalia, Roberto Colaninno e Rocco Sabelli, che hanno espresso la volontà di partecipare al piano e hanno raccomandato di non dimenticare il cargo”.
Uno dei nodi resta quello dell’eventuale chiusura di scali. “Sono 47 oggi”, scrive sempre il Sole, “e Matteoli ha ribadito ieri di considerarli «troppi». Di avviso diverso si è detto il presidente dell’Enac, Vito Riggio, che si rifà anche alle previsioni sul traffico elaborate dallo studio. La presentazione fatta da Giulio De Carli (One Works) non ha toccato questo aspetto, ma il lavoro che i tecnici stanno svolgendo arriverà certamente a una conclusione. Difficile pensare, di fronte all’esplosione del traffico in Lombardia (dai 35 milioni attuali agli 80 milioni ipotizzabili nel 2030), alla chiusura o al ridimensionamento di Linate che invece dovrebbe essere sviluppato come city airport dagli attuali 8 milioni fino oltre 10, senza nulla togliere allo sviluppo di Malpensa”. I tagli potrebbero quindi avvenire sugli aeroporti minori o sui progetti di nuovi scali presentati dagli enti locali.