Ciucci: “Le opere devono nascere
dal confronto con il territorio”

Alla Conferenza del traffico e della circolazione organizzata dall’Aci a Riva del Garda ha tenuto banco il problema legato alle infrastrutture, considerate un vero e proprio freno allo sviluppo del Paese. Sul tema è intervenuto anche il presidente dell’Anas, Pietro Ciucci (nella foto): “Non solo grandi opere. Occorre separare il traffico di lunga percorrenza dal traffico urbano-locale”, ha dichiarato nel suo intervento pubblicato anche sul sito dell’Anas. La società, si legge sul sito www.stradeanas.it, attualmente è impegnata in tutta Italia con lavori in corso o in fase di avvio per un investimento complessivo pari a oltre 43 miliardi di euro. “L’Anas”, ha dichiarato Pietro Ciucci a Riva del Garda, “che negli ultimi due anni è tornata a essere la prima stazione appaltante del Paese, seguendo le direttive del governo, ha messo e sta mettendo in cantiere non solo grandi opere come il Ponte sullo Stretto di Messina, ma anche piccole opere, confermando in questo modo che non c’è differenza tra  grandi e piccole opere ma che ci sono solo opere utili per il territorio.  L’individuazione delle opere prioritarie”, ha continuato Ciucci, “può nascere solo dal confronto con il territorio, perché soltanto insieme, in un legame sinergico con chi è sul posto, si può decidere una programmazione delle opere in grado di andare incontro alle reali necessità e, nel contempo, di creare  sviluppo”. Molte di queste opere utili – spiega sempre il sito dell’Anas – di dimensione economica inferiore, sono volte ad affrontare una delle criticità della rete dei trasporti europei, compresa quella italiana: i nodi urbani e il rapporto tra periferia e centro delle città. Per migliorare la scorrevolezza della circolazione e innalzare gli standard di sicurezza stradale, quindi, il primo obiettivo da perseguire è quello di separare il traffico di lunga percorrenza dal traffico urbano-locale. Si pensi alle tante strade statali che attraversano i centri abitati, intasando di traffico le città e dilatando i tempi di trasporto delle merci e dei passeggeri. Un problema tanto più grave in un Paese come l’Italia caratterizzato dai mille Comuni e con un territorio fortemente popolato. “In questi anni”, ha assicurato Pietro Ciucci, “l’impegno dell’Anas per separare il traffico extraurbano da quello urbano è stato notevole. Abbiamo realizzato varianti e tangenziali e potenziato raccordi autostradali in ogni parte d’Italia, sia attorno alle grandi città, come Roma e Venezia-Mestre, sia al servizio delle città medio-piccole, come Cesena, Forlì, Portogruaro, Feltre, Salerno e tante altre, a volte anche usufruendo di contributi comunitari, come avvenuto per il Grande Raccordo Anulare di Roma. Tuttavia questi interventi non sono sufficienti. Anche in questo caso è fondamentale un sistema multimodale di trasporto, che preveda centri logistici per lo smistamento delle merci e aree di interscambio dove poter lasciare le autovetture o gli autobus e collegarsi alla rete metropolitana e ferroviaria delle città”. L’Anas attualmente è impegnata in tutta Italia con lavori in corso o in fase di avvio per un investimento complessivo pari a oltre 43 miliardi di euro. Per il presidente dell’Anas, “una parte rilevante degli investimenti previsti dall’Anas è volta a dare un contributo a risolvere quello che è il Tallone di Achille del sistema trasportistico italiano: la sostanziale mancanza di una rete  intermodale. Credo”, ha affermato Ciucci, “che ci siano tutte le premesse per metterci definitivamente alle spalle la lunga fase critica del settore infrastrutturale italiano e dare così più consistenza e velocità agli investimenti infrastrutturali, che in Italia sono doppiamente utili, sia come strumenti di stimolo della ripresa economica sia per recuperare il gap infrastrutturale, migliorando la sicurezza della rete e innalzandone gli standard di servizio e di qualità, nell’interesse dell’utenza, dei territori e del sistema economico. Gli investimenti predisposti, infatti, aumenteranno il Pil dello 0,7% e avranno forti benefici per l’occupazione: per ciascuno degli anni del triennio 2009-2011 il governo prevede la creazione di 50mila nuovi posti di lavoro all’anno, ai quali vanno aggiunti i 65mila licenziamenti che si eviteranno grazie a questi interventi, per un totale di oltre 210mila posti di  lavoro. È evidente, inoltre”, ha concluso Pietro Ciucci, “che, come ha più volte ribadito il ministro Matteoli, per il finanziamento delle opere pubbliche occorre agevolare il coinvolgimento dei capitali privati, in particolare attraverso lo strumento del project financing, che racchiude in sé tre elementi positivi: il contributo al recupero del gap infrastrutturale italiano; la possibilità di reperire risorse aggiuntive rispetto a quelle pubbliche, che sono per definizione limitate; la creazione di fiducia nel sistema nazionale derivante da investimenti di imprese private operati in Italia invece che all’estero”.