Vivere a impatto zero a livello di inquinamento si può. La scommessa è stata vinta da Colin Beavan, cittadino newyorkese che con la sua famiglia è riuscito per un anno intero ad annullare l’impatto ambientale. Niente auto, energia ridotta, uso limitato di carta e plastica, cibi locali e non inscatolati. Il “no impact man” lancia ora la sfida: provare a vivere una settimana, da domenica a domenica, senza consumare. Una sorta di esperimento globale. Chi vuole accettare la sfida si può registrare la sito noimpactproject.org per conoscere consigli e segreti della vita a impatto zero. Il sito è in lingua inglese, ma non è difficile da comprendere se si utilizza un traduttore automatico online. L’inizio della sfida sarà 18 ottobre (intanto ci si può iscrivere alla newsletter). Quindi, c’è ancora qualche giorno per permettere agli utenti di capire lo spirito dell’iniziativa e decidere se si è pronti a dire no. Ripetiamo: niente auto, elettricità, carta, cibi confezionati e tanti altri piccoli lussi del vivere contemporaneo che danneggiano la natura.
Il consiglio è di provare in gruppo, con tutta la famiglia o con gli amici. Ecco alcune abitudini da cambiare riportate in un articolo di Benedetta Perilli, giornalista di Repubblica: “Domenica si elimina l’immondizia preferendo per esempio ai tovaglioli di carta quelli di stoffa; lunedì si elimina l’immondizia e ci si muove con trasporti a basso impatto, come la bicicletta; martedì oltre a eliminare immondizia e mezzi di trasporto ad alto consumo, si mangeranno solo cibi stagionali e locali. E avanti così, fino alla fine della settimana di prova, quando radersi a mano invece che con il rasoio elettrico, preferire le scale all’ascensore, il lavaggio a mano alla lavatrice, le candele alla luce elettrica sembreranno attività così normali che sarà difficile tornare indietro”.
Subito dopo la registrazione sul sito e lo studio della guida, ogni utente dovrà sottoporsi a un sondaggio sul proprio stile di vita e scegliere quindi un giorno, tra quelli indicati, per dare inizio al progetto. Per chi crede nell’unione che fa la forza c’è la possibilità di aggregarsi ad altri gruppi, scelti in base alla prossimità geografica, e dare inizio al progetto.
Ai partecipanti viene chiesto di condividere la propria settimana inviando video e foto, coinvolgendo amici, iscrivendosi a Twitter e Facebook per ricevere supporto morale.