Inquinamento atmosferico e acustico, trasporti e rumore nei 111 capoluoghi d’Italia. Sono questi alcuni degli indicatori raccolti dall’Istat per l’anno 2008 e presentati nell’ambito dei “Dati ambientali nelle città” che, oltre agli Uffici di statistica comunali, ha coinvolto altri organismi operanti sul territorio comunale. Gli indicatori ambientali urbani, relativi ai 111 comuni capoluogo di provincia, sono disponibili in serie storica dal 2000 al 2008. I 111 capoluoghi di provincia oggetto di indagine, in cui risiede il 29,3 per cento della popolazione totale del Paese (circa 17 milioni di persone), coprono il 6,6 per cento della superficie italiana. La densità media della popolazione di questi comuni è pari a 885,9 abitanti per chilometro quadrato: quella massima si registra a Napoli con 8.257,8 abitanti per chilometro quadrato, quella minima a Tempio Pausania con 66,6 abitanti per chilometro quadrato di superficie comunale.
Rispetto al 2007, l’Istat segnala in positivo l’aumento della domanda di trasporto pubblico (+2,2 per cento) e del numero di motocicli, il mezzo che crea meno traffico (+3,7 per cento). Una variazione meno sensibile si registra per il tasso di motorizzazione (+0,2 per cento), mentre la densità di verde urbano è pressoché costante (+0,03 punti percentuali). Nel 2008 è migliorata anche la qualità dell’aria, malgrado il numero di giorni di superamento del livello per il PM10 (particolato con diametro minore di 10 micron) sia ancora elevato rispetto a quello previsto dalla normativa vigente (D.M. 60/2002). Infatti, nei 100 comuni che effettuano il monitoraggio del PM10, le centraline di qualità dell’aria hanno segnalato mediamente un numero massimo dei superamenti del limite pari a 60,6 giorni, con un decremento del 16,8 per cento rispetto all’anno precedente, ma sempre molto al di sopra dei 35 consentiti.
Inquinamento acustico
Per mitigare i disturbi causati dall’eccessivo livello di inquinamento acustico, derivante in ambito urbano soprattutto dai trasporti, i comuni sono soliti mettere in atto delle bonifiche consistenti, prevalentemente, nella posa in opera di asfalto fonoassorbente e nell’utilizzo di barriere antirumore. Nel corso del 2008, considerando solo i nuovi interventi al netto di quelli già in essere, 14 comuni hanno effettuato interventi di bonifica utilizzando l’asfalto con proprietà fonoassorbente: Como (22 chilometri quadrati per 10 mila chilometri quadrati di superficie comunale), Genova (5,2), Cagliari (4,1), Forlì (2,6), Verbania (2,1), Bologna (2,1), Trento (1,7), La Spezia (1,5), Siena (0,8), Modena (0,8), Reggio nell’Emilia (0,5), Pistoia (0,3), Lodi (0,2) e Pesaro (0,1). Nel complesso, analizzando i nuovi interventi e quelli già in essere, i comuni per i quali risulta la maggiore presenza di asfalto fonoassorbente a fine 2008 sono Bologna (41,6 chilometri quadrati per 10 mila chilometri quadrati di superficie comunale), Como (22), La Spezia (20,9), Genova (18,8), Trento (12,8), Bolzano (8,5), Cagliari (8,3), Torino (8,2), Padova (6,8) e Modena (5,2). Lo strumento più diffuso per mitigare i disturbi derivanti dall’inquinamento acustico è sicuramente l’utilizzo di barriere antirumore. I nuovi interventi effettuati nel 2008, al netto di quelli già presenti, sono stati eseguiti nei comuni di Modena (3 chilometri quadrati per 10 mila chilometri quadrati di superficie comunale), Trieste (1,3), Como (1,1), Firenze (0,7), Trento (0,6), Bologna (0,4), Padova (0,1), Lucca (0,1), Genova (0,05), Piacenza (0,04), Arezzo (0,03), Reggio nell’Emilia (0,03) e Roma (0,02). A fine 2008, esaminando il complesso dei nuovi interventi e di quelli già in essere, i comuni maggiormente dotati di barriere antirumore sono Padova (7,6 chilometri quadrati per 10mila chilometri quadrati di superficie comunale), Bolzano (7,2), Bologna (6,6), Modena (5,1), Como (3,0) e Napoli (2,5). Nel 2008 ci sono soltanto due comuni per i quali risultano altri tipi di interventi da bonifica: Cuneo (sostituzioni di infissi) e Sondrio (controsoffitti, pareti e vetri fonoassorbenti presso le scuole).
Inquinamento atmosferico
Alla fine del 2008 continua a diminuire, nei comuni dove il PM10 è monitorato, il numero medio di superamenti del valore limite per la protezione della salute umana, attestandosi a 60,6 giorni (-16,8 per cento sul 2007). Questa riduzione scaturisce, probabilmente, sia da fattori meteo-climatici, sia dall’attuazione di politiche finalizzate a limitare la circolazione delle tipologie di veicoli più inquinanti. Tale miglioramento, rispetto all’anno precedente, è osservabile in quasi tutte le ripartizioni geografiche (-28,7 per cento per il Nord e -9,5 per cento per il Centro) con l’eccezione del Mezzogiorno (+17,0 per cento) in cui, in ogni modo, si riscontra il valore aggregato più basso. Sono comunque 66 i capoluoghi in cui nel 2008 è stata superata la soglia delle 35 giornate oltre la quale sono necessarie misure di contenimento e di prevenzione delle emissioni di materiale particolato, a cominciare dalla limitazione del traffico urbano. Benché dai dati precedenti emergano dei segnali positivi in termini di valutazione della qualità dell’aria, rimangono, nel 2008, situazioni di criticità, caratterizzate da un altissimo numero di giorni in cui è stato superato, per il PM10, il limite per la protezione della salute umana. In particolare, emergono le performance negative di Siracusa (con addirittura 321 giorni di superamento), Massa (212) e Torino (150). In molti capoluoghi di provincia con più di 250mila abitanti migliorano, nel 2008, le condizioni riguardanti la diffusione nell’aria del particolato con diametro minore di 10 µm. Genova è l’unico fra questi capoluoghi a non oltrepassare la soglia dei 35 superamenti annui.
Trasporti
Nel 2008 il tasso di motorizzazione (numero di autovetture per mille abitanti) dei comuni capoluogo di provincia è pari a 616,7, con un aumento dello 0,2 per cento rispetto all’anno precedente e una variazione media annua, nel periodo 2000-2008, di pari entità. Nei rimanenti comuni italiani tale indicatore si attesta a un livello inferiore (598,0), con una crescita sul 2007 dello 0,5 per cento. Sono sette i capoluoghi di provincia che nel 2008 hanno fatto registrare più di 700 autovetture per mille abitanti: Viterbo (752,3), Latina (730,7), Frosinone (714,8), Olbia (713,0), Roma (706,7), Potenza (706,2) e L’Aquila (700,1). Il tasso di motorizzazione risulta in ogni caso elevato quasi ovunque; sono, infatti, 75 i comuni capoluogo di provincia con più di 600 autovetture per mille abitanti. I valori più bassi dell’indicatore si riscontrano invece a Genova (467,2) e Venezia (416,3), a causa della loro tipica struttura urbanistica e territoriale. Aosta presenta un valore anomalo (2.083,7 autovetture per mille abitanti), spiegabile con la minore tassazione nell’iscrizione di nuove autovetture. Nel corso degli anni si è osservato un crescente uso di motocicli, il cui numero per mille abitanti è, per il complesso dei comuni capoluogo di provincia, pari a 124,7 (+3,7 per cento sul 2007). Fin dal 2000 si assiste, infatti, a una maggior diffusione dei veicoli a due ruote destinati al trasporto di persone, aumentati, rispetto al 2000, del 71,0 per cento, con una variazione media annua del +6,9 per cento. Possono essere diversi i motivi collegati a tale incremento: la scarsa disponibilità di aree destinate alla sosta, il crescente congestionamento del traffico urbano, l’aumento delle aree per le quali è stata disposta la limitazione o l’interdizione alla circolazione dei veicoli. Tali difficoltà del trasporto privato nei capoluoghi di provincia sono confermate ancora di più dal confronto con i restanti comuni, nei quali il numero di motocicli per mille abitanti è pari a 86,8, con un aumento del 4,3 per cento rispetto al 2007. Nel 2008 sono cinque i comuni capoluogo di provincia con più di 200 motocicli per mille abitanti; Imperia (238,9), Livorno (237,2), Savona (220,0), Genova (216,3) e Pesaro (212,0). Villacidro (38,9 per mille abitanti) e Sanluri (37,0) presentano, al contrario, i valori più bassi dell’indicatore. Per quanto riguarda invece il trasporto pubblico urbano, ovvero l’insieme delle modalità di trasporto (autobus, tram, filobus, metropolitana e funicolare) che, rappresenta una delle principali risposte per ridurre gli impatti ambientali e sanitari derivanti dal traffico veicolare privato, nel 2008 i mezzi pubblici del complesso dei comuni capoluogo di provincia hanno fatto registrare incremento sul 2007 del 2,2 per cento, mentre nei capoluoghi con più di 250mila abitanti la crescita, rispetto all’anno precedente, è stata del 2,7 per cento. Tra queste città si evidenziano le performance di Venezia (+15,6 per cento), Bari (+7,9 per cento) e Verona (+6,0 per cento), mentre le maggiori contrazioni sul 2007 si segnalano a Palermo (-4,5 per cento) e Catania (-7,8 per cento). Nei comuni con popolazione residente inferiore a 250mila abitanti la domanda di trasporto pubblico assume, nel 2008, un valore decisamente minore, risultando pari a 79,2 (+0,9 per cento sul 2007). Nelle grandi città le necessità di trasporto, espresse in termini di passeggeri per abitante, sono 4,8 volte superiori a quelle osservate nei capoluoghi più piccoli, confermando il forte legame fra dimensione comunale e domanda di trasporto pubblico, pur senza trascurare l’importanza del trasporto collettivo nei centri minori. Nel processo di pianificazione e governo del sistema dei trasporti urbani, il Piano urbano del traffico veicolare (PUT) costituisce uno strumento tecnico-amministrativo finalizzato a migliorare le condizioni di circolazione e della sicurezza stradale, alla riduzione degli inquinamenti acustico e atmosferico e al risparmio energetico. Alla fine del 2008, risulta stabile rispetto all’anno precedente e pari a 79,3 per cento la quota dei comuni capoluogo di provincia che hanno dichiarato di aver adottato questo strumento di pianificazione previsto dall’articolo 36 del Nuovo Codice della Strada. Fra i grandi comuni soltanto Palermo e Catania non hanno ancora approvato un PUT; Bari adotta ancora il piano approvato nel 1989, mentre Bologna è quello che l’ha aggiornato più di recente (nel 2007). Sondrio e Isernia, benché non obbligati, in quanto comuni con meno di 30mila abitanti, sono dotati da alcuni anni di un piano urbano del traffico. Bolzano è l’unico capoluogo ad aver adeguato nel 2008 tale atto programmatorio. Ecco il link per scaricare tutto il documento e le tabelle della ricerca http://www.istat.it/salastampa/comunicati/non_calendario/20090811_00/