Dopo i disagi che si sono verificati sabato in occasione del primo vero esodo estivo, con la chiusura del Passante di Mestre intasato da oltre 30 chilometri di coda, scatta l’ora delle polemiche. Mentre l’Anas avvia un’indagine, le associazioni dei consumatori chiedono risarcimenti per gli automobilisti e i politici locali si infuriano, il ministro dei Trasporti Altero Matteoli in un’intervista al Corriere della Sera in edicola oggi fa il punto della situazione e lancia un avvertimento: «Il prossimo weekend sarà peggio, il servizio è da migliorare». Ecco il testo dell’intervista realizzata da Antonella Baccaro.
Ministro Matteoli, cosa è successo il 1˚agosto al Passante di Mestre?
«Da quanto mi hanno riferito gli ispettori Anas, si evince che in pratica non è cambiato nulla rispetto agli anni passati: prima si viaggiava tutti sulla tangenziale, ora si va tutti sul Passante. Ed ecco qua».
Bè, veramente si è constatato che il traffico sul Passante in tutti gli altri giorni non è poi così tanto…
«Di fatto è la prima volta dall’apertura del Passante che c’è un ingorgo. Certo, non è una giustificazione. L’esodo necessitava di un minimo di organizzazione: sulla Salerno-Reggio Calabria, ad esempio, ci sono stati problemi ma un po’ meno che negli scorsi anni. Per il Passante si doveva far presente che c’era anche l’alternativa della tangenziale».
Chi lo doveva far presente?
«Bisognava che i concessionari interagissero con l’Anas. Io capisco che i concessionari hanno a cuore di far passare tutti sulle loro autostrade, però alla fine, quando succedono certe cose sono tutti a non farci una bella figura».
Sì, ma non sarà che il problema è che Passante e tangenziale poi confluiscono nell’A4, che è a due corsie?
«È vero ma gli ispettori mi hanno spiegato che il traffico vi sarebbe arrivato più diluito, senza quella coda mostruosa. Sono d’accordo con l’Anas e i concessionari per vederci e organizzare il prossimo fine settimana».
Perché? Si prevede un altro surplus di traffico?
«Nelle previsioni si pensava che sarebbe stato proprio il prossimo week end il più critico. Invece c’è stata questa coincidenza sfortunata del 1˚ agosto con il fine settimana».
Forse si poteva prevedere…
«Comunque, il problema è un altro».
Quale?
«In tutti i rapporti che ho fatto da ministro ho sempre detto della necessità di contestualizzare le opere. Insomma se si fa il Ponte sullo Stretto e non le strade collaterali, si creano disagi certi».
Il governatore del Veneto, Giancarlo Galan, se l’è presa con gli ambientalisti nella Commissione per la Valutazione sull’impatto ambientale (Via), presso il ministero dell’Ambiente, che avrebbero eliminato le piazzole di sosta dal Passante. Le risulta?
«Io questo non lo ricordo. Ho fatto il ministro dell’Ambiente fino al 2006. Ricordo però una cosa: c’è una norma che stabilisce una distanza minima tra le piazzole, mi pare 35 chilometri. E il Passante è lungo 32».
La Via è stata concessa nel 2003 e lei era ministro dell’Ambiente.
«Sì, ho firmato il decreto di Via e c’è voluto più tempo per le carte che per fare i lavori».
E a che punto è la terza corsia della A4?
«Stiamo lavorando. Tra un mese, un mese e mezzo potrò sapere il cronoprogramma».
Che tempi ci sono oggi per la Via?
«Devo ringraziare il ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, perché oggi si fa molto più in fretta: circa 6 mesi. Del resto sono stato io a introdurre la norma che consente la Via sul preliminare e poi ora c’è anche che il Tar non può più sospendere cautelativamente i lavori».
Intanto anche per la A4 c’è voluta la nomina di un commissario.
«Serve moltissimo per superare certi problemi tra Ue, governo e enti locali, soprattutto i Comuni».
Così tutte le opere si fanno proclamando lo stato d’emergenza.
«Ma non è una forzatura: noi siamo in emergenza! Non abbiamo abbastanza infrastrutture in questo Paese».
Non sarà un problema di risorse?
«Anche. Ma intanto tra pubblico e privato siamo riusciti a mettere insieme più di 17 miliardi per le grandi opere ».
Se potesse risolvere in un attimo un problema importante, quale affronterebbe?
«Vorrei riuscire a approvare le intese governo-Regioni in una settimana. A volte ci vogliono mesi, a volte non ci si riesce neppure. Talvolta scattano gelosie tra Regioni: ‘Perché quest’opera si fa lì e non qui?…’. Per evitare problemi di questo tipo, abbiamo spalmato gli interventi».
Partendo dalla Sicilia. Anche questo ha destato polemiche.
«Siamo partiti dal Sud: oltre il 40% dei 17 miliardi va al Meridione».
Pensa anche lei, come alcuni, che gli ingorghi autostradali siano benedetti se sono il segno che siamo fuori dalla crisi?
«Le code sono un segnale ma non mi scalderei a questa fascina. Sono contento che gli italiani vadano in vacanza ma ho l’obbligo di dare loro servizi migliori di quelli resi il 1° agosto».