Il protezionismo della Russia inizia a dare fastidio. I trattamenti speciali che favoriscono le imprese locali hanno scatenato la protesta della Logistik und Verlader-Verband Evo. L’associazione olandese che raggruppa gli operatori del trasporto e della logistica dei Paesi Bassi ha infatti chiesto all’Unione Europea e al Governo olandese di contrastare quella che viene definita la “crescente politica protezionistica della Russia”. Manovre che Mosca attua attraverso l’introduzione di norme sul trasporto. La Lvv-Evo contesta in particolar modo tre provvedimenti. Il primo è l’applicazione di un pedaggio stradale solamente per i veicoli pesanti immatricolati nei Paesi dell’Unione e in Svizzera: uno strumento per aumentare i costi delle aziende comunitarie che vogliono effettuare trasporti internazionali verso la Russia, una gabella del valore di 8,5 euro per camion al giorno. Il secondo caso è legato alla riduzione delle agenzie doganali nell’area metropolitana di Mosca autorizzate a sdoganare merci provenienti dall’Unione. Per finire, è tutt’altro che lontana l’ipotesi dell’introduzione di un divieto d’importazione container attraverso la modalità stradale. Se l’ipotesi diventasse realtà reale, resta praticabile l’utilizzo della nave o del treno. Ma in quest’ultimo caso ci sarebbe il problema della differenza di scartamento tra i binari, che impedisce l’interoperabilità dei convogli e richiede un trasferimento di carico alla frontiera. «Sono tutte decisioni», commenta la Lvv-Evo, «in contrasto con la richiesta della Russia di entrare nel Wto».