Contro la crisi concediamo alle
imprese di non versare i contributi

“Per aiutare le imprese dell’autotrasporto (ma non solo) a superare l’onda lunga della crisi e scongiurare il pericolo, serissimo, che entro breve  decine e decine di attività siano costrette a chiudere,  creando centinaia, migliaia di nuovi disoccupati, è necessario ridurre immediatamente il costo del lavoro per le imprese, mettendo da subito in tasca più soldi ai lavoratori e assicurando contestualmente un onere sostenibile, oltre che recuperabile, per lo Stato. E questo è possibile attraverso una moratoria contributiva di sei mesi nei quali le imprese non verserebbero i contributi agli enti previdenziali e altrettanto accadrebbe per i lavoratori. Praticamente occorre congelare i versamenti dei contributi fino a che il peggio non sarà passato, augurandoci che questo avvenga davvero entro la primavera”. È questa la clamorosa proposta presentata oggi pomeriggio al ministero dei Trasporti da Paolo Uggè, presidente della Fai, la federazione autotrasportatori italiani, che nel corso dell’incontro convocato dal ministro Altero Matteoli per discutere di quella che ormai si può definire l’emergenza autotrasporto, ha messo sul tavolo la proposta, elaborata nelle settimane scorse da un gruppo di esperti. Una proposta frutto di una situazione ormai insostenibile per centinaia di imprese del settore, come dimostra una recente indagine commissionata proprio da Fai Conftrasporto. 

Avanti così, a settembre molte imprese non riapriranno

Quest’anno quando la crisi economica diventava sempre più incalzante e il settore dell’autotrasporto mostrava i primi seri cenni di affanno abbiamo avviato un indagine sulle nostre aziende associate che ha interessato 150 aziende dell’Italia Settentrionale, 100 aziende dell’Italia Centrale, 100 aziende del Mezzogiorno”, ha spiegato sempre  Paolo Ugge . “Abbiamo chiesto loro quali fossero i punti di maggiore sofferenza e quali prospettive intravedevano per il futuro. La prima risposta è che il 70 per cento  di esse non ha potuto investire negli ultimi due anni e che per il futuro il risultato non è scoraggiante ma addirittura è raggelante: il 18,5 per cento delle aziende, soprattutto del Mezzogiorno, a settembre non aprirà i cancelli. Il 50 per cento  è in forte sofferenza di liquidità con difficoltà a mantenere il quotidiano e con sempre meno probabilità di ricorrere al credito. Il 31,5 per cento  delle aziende inoltre è sulla linea di mantenimento delle attività e che entro la fine dell’anno potrebbe trovarsi nelle stesse condizioni di quelle delle due categorie precedenti. Se questo è il quadro noi siamo seriamente preoccupati perché come associazione non abbiamo elementi di certezza per dare risposte capaci di convincerli che a breve ci potranno essere delle risorse per mantenere la fiamma accesa”. Ecco allora accendersi la lampadina e nascere la uova proposta: la  moratoria contributiva di sei mesi nei quali le imprese non verserebbero i contributi agli enti previdenziali e altrettanto accadrebbe per i lavoratori.

I lavoratori disporrebbero di 350 euro in più al mese

“Il non versato che deve prevedere un riequilibrio a favore dei lavoratori – debitori di una aliquota più bassa, sarebbe riconosciuto ogni fine mese come elemento distinto delle retribuzione al quale si applicherebbe il principio della neutralità fiscale”, ha continuato a spiegare Paolo Uggè, ” e il conguaglio potrebbe essere previsto al termine del periodo lavorativo consentendo il recupero dei mancati versamenti. Questo si tramuterebbe in un aiuto concreto mediamente di 350 euro circa al mese ai lavoratori, in una identica riduzione per le imprese e in un intervento praticamente indolore per lo Stato, coinvolgendo tutte le parti che insieme sacrificherebbero qualcosa di loro nell’interesse comune. Il nostro ufficio studi ha analizzato a fondo l’idea che sembra davvero possedere le condizioni per funzionare”. Ora la speranza degli autotrasportatori italiani è che la proposta di  “congelare” i contributi possa essere discussa  con il Governo, per  consentire a uno dei settori trainanti dell’economia del nostro Paese di non subire nuovi pesanti contraccolpi dovuti alla crisi che forse, come annunciano numerosi analisti, primi fra tutti gli esperti dell’Ocse, sta davvero finalmente concludendosi, ma per assistere davvero a una ripresa dovranno trascorrere ancora molti mesi. “E in questi mesi”, ha concluso Paolo Ugge “una proposta come quella avanzata sul congelamento dei contributi potrebbe impedire che l’elenco di aziende del settore autotrasporto già costrette a chiudere negli ultimi mesi possa ulteriormente allungarsi”. E se per le imprese di autotrasporto (che hanno subìto e subiscono più di altre la concorrenza derivante dal costo del lavoro) la proposta varata dal presidente di Fai Conftrasporto, nonchè già sottosegretario ai Trasporti nel primo Governo Berlusconi, potrebbe rappresentare un aiuto significativo per migliaia di imprese di autotrasporto, Paolo Ugge non ha escluso che l’iniziativa possa estendersi ad altre categorie particolarmente in difficoltà. “Nessuno può avere dubbi sul fatto che di ridurre il costo del lavoro e rilanciare i consumi sia l’esigenza primaria alla quale i governi industrializzati del mondo devono dare una risposta concreta e funzionale. E la nostra proposta può indicare una nuova interessante strada da percorrere per il bene di tutti”.