Una discesa senza fine. Una picchiata che non sembra volersi arrestare. Anche a giugno il mercato automobilistico in Italia ha fatto registrare un pesante calo. Il crollo in questo caso è del 24,42 per cento, con la Fiat a -23,38 per cento. Secondo le previsioni il mercato a fine anno scenderà ai livelli del 1979 con pesanti ricadute anche sui conti pubblici in termini di mancata Iva per 2,3 miliardi di euro.
Nel mese appena concluso le immatricolazioni di nuove vetture si sono attestate a 128.388 unità, contro le 169.870 di un anno fa (-24,42 per cento appunto, dopo il -13,9 per cento di maggio). Un mese pesantissimo che aggrava una situazione già molto problematica: nel periodo gennaio-giugno 2012, infatti, la Motorizzazione ha in totale immatricolato 814.179 autovetture, registrando una flessione del 19,73 per cento rispetto al periodo gennaio-giugno 2011, durante il quale ne furono immatricolate 1.014.299. Non meglio sono andate le cose per l’usato, con poco più di 330mila trasferimenti di proprietà a giugno (-12,5 per cento) e meno di 2,2 milioni nei sei mesi (-11,7 per cento).
In questo scenario da incubo non si salva la Fiat anche se, come spiegano dal Lingotto, “fa leggermente meglio del mercato”. A giugno i marchi del gruppo (compresa la Jeep) hanno registrato immatricolazioni per 39.387 vetture, contro le 51.411 di un anno fa (-23,38 per cento), per una quota di mercato del 30,7 per cento. In ogni caso, come fa notare il gruppo, ci sono “sempre modelli Fiat al vertice della classifica delle auto più vendute in Italia. A dominare la top ten è ancora una volta la Panda, che con oltre 11 mila immatricolazioni e una quota del 43,9 per cento nel segmento A si conferma l’auto più venduta nel nostro Paese”.
Con questa interminabile serie nera, osserva il Centro Studi Promotor, il mercato sta tornando ai livelli del 1979: il calo di giugno è superiore a quello medio dei primi cinque mesi (-18,9 per cento). Proiettando quindi il risultato dei primi sei mesi su base annua si ottiene una previsione di immatricolazioni per l’intero 2012 di 1.403.000 unità, “volume questo estremamente basso, tanto che per trovare un livello analogo bisogna tornare indietro nella serie storica delle immatricolazioni di 33 anni, risalendo fino al 1979”. Una vera e propria debacle, dunque, che inciderà fortemente anche sulle casse dello Stato: secondo i calcoli dell’Unrae nei primi sei mesi dell’anno l’Erario, a causa del crollo del mercato auto, ha registrato 1,25 miliardi di minor gettito Iva e a fine anno l’ammanco sarà pari a 2,3 miliardi, “l’equivalente di una piccola manovra”.