Chi va piano va sano e va lontano. E, forse, guadagna anche di più. È quello che sta succedendo, secondo la denuncia di Assoutenti e del deputato del Pd Ermete Realacci, ai treni regionali che negli ultimi anni, anziché migliorare le loro performance, hanno allungato i tempi di percorrenza per cercare di strappare alle Regioni, obbligate a pagare un contributo alle Ferrovie in base alla durata dei viaggi, il più alto costo possibile. Secondo l’associazione dei consumatori, sulla rete dei treni locali si registrano “artificiosi rallentamenti” legati proprio all’esistenza del cosiddetto contratto di servizio o contratto di catalogo con le Regioni, in base al quale più tempo ci vuole a percorrere una linea, più il prezzo pagato dall’amministrazione locale sale. Continua a leggere