Altro che auto superate e nuove forme di mobilità. La vecchia quattro ruote non va in pensione. Anzi, le auto in giro per il mondo sono destinate ad aumentare. Certo, macchine diverse da quelle del passato, mezzi nuovi e più sostenibili. “L’auto del futuro è già disponibile”, ha detto il presidente dell’Aci, Enrico Gelpi, in apertura della 66ª Conferenza del Traffico e della Circolazione organizzata dall’Aci a Riva del Garda (TN). “Per una circolazione più sostenibile e sicura servono quindi nuovi incentivi a vantaggio delle famiglie per l’ammodernamento del parco veicolare”.
“L’automobile continuerà ad essere sempre la protagonista della mobilità, nonostante le profezie su un futuro che la vuole superata”, ha detto Gelpi. “L’auto rimane infatti la scelta preferita per gli spostamenti: 800 milioni di veicoli oggi circolanti nel mondo diventeranno 2 miliardi nel 2030. Soprattutto in città, dove vive il 50 per cento della popolazione del pianeta, servono più veicoli a basso impatto ambientale e un nuovo equilibrio tra il trasporto pubblico e quello privato”.
Quello dell’auto è un settore in cui l’Italia recita un ruolo da assoluta protagonista. Con 61 veicoli ogni 100 abitanti, spiega l’Aci in un comunicato stampa, il nostro Paese ha l’indice di motorizzazione più alto del mondo dopo gli Stati Uniti. In alcune centri come Roma, Latina, L’Aquila e Potenza si registrano fino a 70 auto ogni cento residenti. È quindi l’Italia la cartina di tornasole più efficace a livello internazionale per lo studio e la valutazione di modelli di mobilità: un punto di riferimento per quei Paesi che in questi anni stanno registrando un boom delle immatricolazioni di auto (+45 per cento in Cina a fronte di un -12 per cento mondiale negli ultimi tre anni).
“L’Italia che si muove”, ha detto Gelpi, “sconta tre criticità che senza idonei provvedimenti diverranno irreversibili: l’anzianità del parco veicolare (il 37 per cento delle auto ha più di 10 anni di età, con evidenti ripercussioni per l’ambiente e la sicurezza stradale); l’arretratezza della rete infrastrutturale del Paese (il 15 per cento del tempo passato in auto nelle aree metropolitane è inutilmente sprecato nella ricerca di un parcheggio); un sistema di trasporto pubblico che non riesce a soddisfare la domanda di mobilità degli italiani”.
“L’auto del futuro è già disponibile. Per una circolazione più sostenibile e sicura servono quindi nuovi incentivi a vantaggio delle famiglie per l’ammodernamento del parco veicolare”, ha spiegato il presidente dell’Aci, “perché, al di là d’ogni valutazione politica o industriale, i benefici sono per l’intera collettività che ha ridotto del 2,3 per cento la spesa per l’acquisto e l’utilizzo dell’auto nel 2009 (165 miliardi di euro in totale). Gli incentivi devono poi inserirsi in una politica di misure integrate e coordinate a livello nazionale ed internazionale. In quest’ottica va rilanciato lo sviluppo di servizi e infrastrutture”.
Nuove infrastrutture, ma soprattutto nuovi incentivi. Anche perché come sottolineato dal Rapporto “L’automobile del III° millennio”, realizzato dalla Fondazione Caracciolo – Centro Studi Aci e presentato in apertura della Conferenza, si va diffondendo una nuova sensibilità degli italiani verso un uso responsabile e sostenibile del proprio veicolo, sospinta anche dagli ultimi incentivi che hanno convinto le famiglie all’acquisto di oltre 1,4 milioni di auto nuove, nel 90 per cento dei casi in sostituzione di veicoli più vecchi, inquinanti ed insicuri.
Secondo lo studio, le facilitazioni governative hanno fornito un impulso determinante al processo di ottimizzazione del parco veicolare, favorendo la diffusione di auto più a misura di città (la cilindrata media delle nuove immatricolazioni si è ridotta dell’8,6 per cento negli ultimi 5 anni e le emissioni medie di CO2 sono calate del 5,7 per cento dal 2007), con alimentazioni attente all’ambiente e maggiormente corrispondenti alle reali esigenze degli automobilisti che rinunciano agli optional superflui pur di risparmiare (nel solo 2009 la vendita di auto “low cost” è aumentata del 150 per cento).
Ma le nuove vetture da sole non bastano. Le auto a basso impatto ambientale hanno bisogno di una rete distributiva capillare di gpl, metano e biocarburanti, spiega sempre l’Aci. Le vetture elettriche – per le quali sono previste quote di mercato fino al 30 per cento nel 2030 – non possono affermarsi senza la reale diffusione di punti e colonnine di ricarica, magari con sistemi di cambio delle batterie in una stazione di servizio con tempi paragonabili a quelli di un normale rifornimento. Gli italiani conoscono bene i vantaggi nelle spese di gestione dei veicoli a gpl, a metano o ibridi, e sono anche disposti a sostenere un maggior esborso per l’acquisto di tali tipologie di auto in presenza di facilitazioni economiche statali, ma devono poter contare sulla certezza di fruizione del mezzo nel tempo e su tutto il territorio nazionale.
“La diffusione di nuovi veicoli”, ha concluso Gelpi, “si può rilanciare solo con misure di contenimento delle spese di acquisto e di gestione dell’auto. È necessario intervenire sui costi e sui tributi, con una fiscalità ridotta e più equa. Il bollo – nell’attesa che venga abolito nel corso della legislatura, come da proposta che noi condividiamo – deve tornare ad essere tassa di circolazione e non più di proprietà, pagata in proporzione ai chilometri percorsi e in base alle emissioni di CO2. Una soluzione che può essere subito operativa con il ricorso alla tecnologia satellitare”.