Strade killer, un incidente su tre è imputabile all’asfalto e alla segnaletica

Il 30 per cento degli incidenti stradali nel nostro Paese, ossia quasi uno su tre, “è imputabile allo stato in cui versano le strade e la segnaletica, risultato anche della non omogenea applicazione della normativa da parte degli enti gestori”. Lo sostengono le statistiche dell’Area tecnica dell’Aci. “Nonostante il Codice della Strada sia chiaro per quanto riguarda dossi, rotatorie e tutti i dispositivi che regolano la mobilità stradale, troppo spesso sul territorio si verificano incongruenze e difformità di interpretazione, perfino con ipotesi di danno erariale per l’adozione di materiale non omologato”, si legge in una nota dell’Aci.

L’Automobile Club d’Italia ha tracciato di recente il “Libro bianco delle Infrastrutture”, utile anche per le amministrazioni comunali che possono sapere quali sono i dispositivi più efficaci a seconda della tipologia di strada, anche in relazione al traffico, e come installarli rispettando la normativa. Il tutto, ricorda l’Aci, con particolare attenzione ai costi e alle risorse disponibili: un dosso pedonale può infatti costare 15mila euro, una rotatoria fino a un milione e in tanti casi un semaforo garantisce risultati efficaci con una spesa molto contenuta. “Ci sono tecnologie che possono innalzare sensibilmente gli standard di sicurezza stradale, come le luci a led per i passaggi pedonali, che però dovrebbero essere montate in senso longitudinale e non trasversale come troppo spesso avviene, ma la mancanza di un preciso riferimento normativo o perfino dell’omologazione rischia di compromettere l’adozione di questo sistema efficace per la sicurezza dei pedoni”, ricorda l’Aci. Per l’Automobile Club è “improrogabile una semplificazione del Codice della Strada, che si attui separando la parte tecnica da quella legislativa. Ne beneficerebbero pure i cittadini, che disporrebbero finalmente di un codice dei comportamenti più chiaro e comprensibile”.