Ferrovie, strade, porti, aeroporti: il confronto con l’Europa è sconfortante

Inadeguatezza infrastrutturale, scarsa accessibilità materiale e digitale e latitanza di un’efficace politica: sono le principali cause che pongono l’Italia agli ultimi posti in Europa per la logistica e i trasporti. Sono tanti i dati emersi al Forum internazionale di Conftrasporto a Cernobbio che confermano quella che l’ufficio studi di Confcommercio definisce “diffusa sensazione di inadeguatezza dell’offerta complessiva del nostro Paese”.

Nel rapporto, realizzato in collaborazione con Isfort, si cita uno studio sulla competitività di circa 150 Paesi che considera tra gli indici necessari per valutare l’appetibilità commerciale di una nazione quelli realitivi alla qualità delle infrastrutture stradali, ferroviarie, portuali e aeree percepita dai cittadini e dalle imprese che le utilizzano. Il confronto dei risultati italiani con quelli dei primi 5 Paesi europei “è sconfortante”. L’Italia è 15ª a livello di competitività ferroviaria, 17ª per strade-autostrade, 19ª per i porti e 21ª per gli aeroporti. Inoltre un segnale inequivocabile degli effetti di questa condizione è la progressiva contrazione del traffico merci. Nel 2016 non si recupereranno neppure lontanamente i livelli di movimentazione del 2003 (-17,6 per cento totale, -13 per cento trasporto su gomma, -2,7 per cento via mare, -2,4 per cento ferrovie). Il gap logistico-infrastrutturale ha portato il tempo complessivo di espletamento delle operazioni di importazione ed esportazione nel nostro Paese tra il doppio e il triplo rispetto a quello necessario nei principali Paesi europei. C’è dunque un chiaro problema di accessibilità multimodale dei territori ma se l’Italia di colpo – evidenzia lo studio – si trovasse con il sistema infrastrutturale della Germania avrebbe una crescita immediata del 12 per cento, il valore aggiunto (che approssima il Pil) sarebbe di 42 miliardi più elevato, con un aumento del 2,8 per cento rispetto ai valori attuali. Le difficoltà dell’Italia sono testimoniate anche dal fatto che ben 15 regioni si collocano oltre il centesimo posto nella classifica della dotazione infrastrutturale delle 270 regioni europee: la Calabria è al 211° posto, la Sardegna al 231°. Il nostro Paese è spaccato in due anche in termini di accessibilità: tutte le regioni del Nord si collocano sopra la media. Anche il traffico merci dei porti soffre: siamo al terzo posto dopo Olanda e Inghilterra ma con un calo del 6 per cento rispetto al 2013.