Pedoni e ciclisti, strade pericolose. Cultura e infrastrutture per diminuire le vittime

Nel 2013 in Lombardia sono deceduti 73 pedoni e 49 ciclisti. Questi i principali dati emersi lunedì nel corso del convegno ‘Ciclisti e Pedoni’, al quale ha partecipato l’assessore regionale alla Sicurezza, Protezione civile e Immigrazione Simona Bordonali e durante il quale sono stati presentati i Quaderni del Centro regionale di Governo e Monitoraggio della Sicurezza stradale. “I numeri sono leggermente migliorati rispetto all’anno precedente”, ha detto Bordonali, “ma comunque ancora troppo alti. E, finché ci sarà anche una sola vittima sul nostro territorio, abbiamo il dovere di intervenire perché quella vittima non ci sia più”.

Simona Bordonali ha anche delineato le principali leve su cui Regione Lombardia si sta muovendo. “È importante lavorare su un aspetto culturale, partendo dalla diffusione di informazioni mirate per fasce d’età, per utenti e problematiche a essi lega te”, ha spiegato l’assessore. “Vanno studiati e usati cioè canali e mezzi adeguati al pubblico, cui si vuol far arrivare un certo messaggio. E in questo percorso è fondamentale che le istituzioni facciano rete, non solo fra loro, ma anche con tutti quegli Enti e associazioni, che, in qualche modo, hanno a che fare con la sicurezza stradale”. Contemporaneamente è anche importante che pedoni e ciclisti possano sempre più avere a disposizione infrastrutture adeguate. “Non è la quantità che conta”, ha sottolineato Simona Bordonali, “ma la qualità degli interventi strutturali, perché ciclisti e pedoni devono potersi muovere in sicurezza”. E come sia possibile realizzare interventi di questo tipo in un momento in cui le casse dei Comuni sono sempre più povere lo ha indicato lo stesso assessore. “Stiamo parlando di come salvare vite umane”, ha detto, “e quindi questa dovrebbe essere una priorità per tutti. E allora perché gli interventi per la messa in sicurezza di strade e piste ciclabili non vengono svincolate dal patto di stabilità?”. Da ultimo, l’assessore ha sottolineato come sia importante agire anche su un aspetto repressivo. “Le regole devono valere per tutti”, ha spiegato, “se un automobilista commette un’infrazione viene multato. È giusto che lo stesso si faccia anche con pedoni e ciclisti. Anche perché, va detto, spesso questa è la strada per ottenere risultati concreti”.