Essere ecologisti in Cina può costare molto caro. Il governo della Repubblica popolare poco tollera le forme di protesta, così 15 cinesi che avevano partecipato a un blocco stradale contro l’inquinamento sono stati arrestati. Gli attivisti manifestavano contro una fonderia a Wugang, particolarmente inquinante a livello di emissioni atmosferiche. La protesta, come detto, ha assunto forme estreme come blocchi stradali e attacchi a uffici governativi. Le prime agitazioni erano esplose già ad agosto dopo la scoperta che 1.300 bambini della zona avevano un livello troppo elevato di piombo nel sangue.
La polizia cinese ha lasciato fare per qualche giorno e poi ha avviato la rappresaglia, con tanto di arresti. I fermati sono stati accusati di appartenere alla setta religiosa del Falun Gong, fuorilegge dal 1999 e perseguitata senza pause da Pechino.
Sempre in tema di ecologia c’è chi pensa di combattere il cosiddetto “effetto serra” generato anche dal traffico automobilistico con degli alberi artificiali. Il progetto è stato avanzato in uno studio condotto da esperti di geoingegneria dell’università inglese di East Anglia. Gli alberi artificiali sarebbero in grado di catturare una quantità di anidride carbonica in atmosfera mille volte superiore rispetto a un albero vero. L’anidride carbonica catturata dagli alberi artificiali e tolta dall’atmosfera terrestre verrebbe poi stoccata e immagazzinata in sicurezza. Secondo gli esperti di geoingegneria in questo modo si potrebbe ridurre l’effetto serra e il conseguente surriscaldamento climatico. Un rimedio comunque temporaneo: gli stessi esperti ritengono infatti che l’unica soluzione sia eliminare le cause dell’emissioni dei gas serra.
Nello studio vengono proposte anche altre soluzioni, come l’installazione di tetti riflettenti sugli edifici per riflettere la luce solare e ridurre il riscaldamento terrestre, e la produzione di speciali fotobioreattori ad alghe per rimuovere l’anidride carbonica in atmosfera mediante la fotosintesi.