Nel calendario dell’estate, il bollino nero, quello che in pratica indica che ci sarà un traffico infernale, è stato posizionato su sabato 5 agosto, il giorno in cui moltissimi italiani si metteranno in viaggio per raggiungere le località di villeggiatura. Su strade e autostrade si incolonneranno milioni di auto e chi è a bordo rischia di arrivare in vacanza con una notevole dose di stress. Ma sarà sempre così faticoso partire per le vacanze? Se lo chiede Kapsch TrafficCom, società specializzata in soluzioni per la gestione del traffico, che in un comunicato anticipa quali saranno le tecnologie che renderanno le partenze meno stressanti.
“Al di là delle auto a guida autonoma, per cui secondo gli analisti dovremo aspettare il 2030, molte soluzioni sono già realtà o molto vicine all’essere applicate”, spiega Kapsch TrafficCom. I caselli autostradali tradizionali, per esempio, potrebbero sparire. “Se il telepass ha rappresentato una rivoluzione, riducendo le code ai caselli, i sistemi definiti multi-lane free-flow (MLFF) faranno di più evitando del tutto gli imbottigliamenti che si creano nelle giornate del grande esodo estivo. Al posto delle barriere (tanto costose quanto ingombranti) ci saranno portali, simili a quelli già usati per i tutor, che dotati di telecamere registrano il passaggio dei veicoli e grazie a trasmettitori comunicano con i dispositivi installati su auto e camion addebitando il relativo pedaggio. I guidatori sentiranno solo un semplice bip dell’unità di bordo del loro veicolo, ma non avranno bisogno di rallentare alle barriere e questo eliminerà rallentamenti e code che attualmente si verificano ai caselli. Questa soluzione permette anche di far intervenire gli agenti in caso di infrazione”. Non solo. Il sistema potrebbe essere utile anche per inviare informazioni sul traffico o segnalare incidenti. “Addirittura potrebbero essere gli stessi veicoli in transito ad informare i portali (e quindi i centri di elaborazione dati) su eventuali situazioni di pericolo come forature e guasti che richiedono un intervento, oppure la presenza di ghiaccio sull’asfalto”, spiega Kapsch TrafficCom.
“Se ci sono più strade, inoltre, questo sistema riconosce esattamente quella che abbiamo percorso, ripartendo subito il pedaggio ai diversi gestori autostradali. Questa soluzione consentirà anche di gestire proattivamente il traffico, scontando le tariffe per promuovere l’utilizzo delle strade in orari non di punta, per esempio nei giorni precedenti e successivi a weekend o di notte”. I portali in questione sono già in realtà “in molti Paesi europei, come Austria, Polonia, Repubblica Ceca e Svizzera e nel resto del mondo sono usati negli Stati Uniti, in Cile ed Australia. In Europa sono già in linea con la Direttiva Europea, che vorrebbe il pedaggio calcolato sui km effettivamente percorsi (che porterà ad eliminare i sistemi per esempio basati sulla vignette). Il caso della Repubblica Ceca, inoltre, dove il sistema è stato ripagato dai ricavi dei pedaggi dopo soli 6 mesi dall’inizio dell’operatività, dimostra che la transizione verso questo tipo di sistema potrà avvenire facilmente”. La soluzione potrà essere trasferita anche in città. Portali più piccoli “possono essere installati per misurare la velocità media” anche nei centri urbani e “gestire gli accessi alle zone a traffico limitato. Una curiosità: pochi sanno che l’Italia è stata la prima ad inventare le zone a traffico limitato, create per proteggere il patrimonio storico-culturale di nostri centri. E se le grandi città sono ormai dotate di soluzioni automatizzate per la gestione del traffico, vedremo queste tecnologie sempre più diffuse anche nei piccoli centri cittadini, soprattutto nei borghi e nelle città di mare del sud Italia che hanno bisogno di gestire i picchi di visite durante la stagione estiva”. La tecnologia c’è. Ma è la normativa che manca. “Anche se molte delle tecnologie sono già disponibili, la normativa in alcuni casi non è ancora aggiornata”, spiega Paolo Rondo-Brovetto, presidente di Kapsch TrafficCom Italia. “Prendiamo l’esempio delle macchine a guida autonoma, sono già realtà, ma in molti paesi non potrebbero nemmeno uscire dal garage. Abbiamo già le tecnologie per migliorare la qualità di vita e la sicurezza sulle strade. Istituzioni e aziende dovrebbero co-operare più strettamente per rendere tutto questo possibile”.
Credits: Kapsch TrafficCom