L’Italia è sempre raggiungibile, ma chi controllerà i flussi turistici? Il caos Alitalia porta preoccupazioni, ma anche rassicurazioni. Due sentimenti messi in evidenza dal vicepresidente nazionale di Confturismo Marco Michielli, che guida anche la Confederazione regionale del Veneto, la primo regione turistica in Italia. “Il danno più grave si sta registrando in queste ore in termini di dubbi e disorientamento degli operatori stranieri sulla “raggiungibilità” della destinazione Italia per questa estate”, ha detto dichiara Michielli. “La risposta è che il nostro Paese è raggiungibile in ogni caso”.
“A prescindere dallo specifico caso Alitalia, la situazione che stiamo vivendo ripropone l’attualità di due elementi che già emergevano dallo studi di Confturismo ‘Il turismo organizzato incoming’ pubblicato nel 2013. In primo luogo il sistema Paese che ha dei vettori aerei efficienti è in grado non solo di fare crescere i flussi turistici diretti verso il Paese stesso ma anche di controllare lo sviluppo o meno dei flussi turistici verso altri Paesi concorrenti. Purtroppo”, spiega Marco Michielli, “sotto questo profilo, già registravamo nel 2013 come oltre il 75 per cento dei turisti diretti in Italia dalla Russia usavano vettori aerei non italiani e addirittura il 97 per cento di quelli provenienti dagli Stati Uniti. Solo gli arrivi dal Giappone registravano allora una ripartizione al 50 per cento tra uso di vettori nazionali (Alitalia) e uso di vettori di altri Paesi. Quindi è purtroppo già da molto tempo che lo sviluppo del turismo in Italia, almeno di quello intercontinentale, è in qualche modo “ostaggio” delle decisioni e strategie dei vettori aerei di altri Paesi. In secondo luogo”, prosegue Michielli, “oltre un terzo della spesa che il turista estero sostiene per comprare la sua vacanza in Italia utilizzando l’aereo serve proprio a coprire il costo del passaggio aereo internazionale dal Paese di origine verso l’Italia e viceversa. Non avere un sistema di trasporti aerei di matrice italiana capace di garantire un’adeguata copertura delle principali rotte internazionali utilizzate dai turisti per venire nel nostro Paese vuole dire rinunciare a quel terzo della spesa del turista che quindi va a finire nel Pil di un’economia terza, nonostante il turista abbia scelto l’Italia come destinazione del proprio viaggio”.