Carabiniere eroe salta su un Tir fuori controllo e lo ferma. Il camionista si era sentito male

Riccardo Capeccia ha 44 anni, una compagna, una figlia adolescente e una divisa cucita addosso. Ma dentro la divisa da Carabiniere ha il dna degli eroi, ha il cuore di chi è disposto a tutto pur di salvare delle vite, ha la capacità di prendere la decisione giusta in un istante. Venerdì, l’appuntato scelto Capeccia è riuscito a bloccare un camion lanciato a 100 all’ora in discesa, un Tir fuori controllo a causa di un malore del conducente. Il carabiniere è riuscito ad appendersi alla portiera, ad entrare in cabina e a bloccare il camion impazzito. 

“Ho fatto solo il mio dovere”, ha raccontato il carabiniere a La Repubblica, ma non è così. Tutto è successo sulla statale di Dusino San Michele, in provincia di Asti. I carabinieri si sono avvicinati a un camion fermo in curva e hanno visto che l’autista era in preda alle convulsioni. “Mentre cercavo di chiamare il 118 per soccorrere l’autista in preda alle convulsioni ho sentito lo spostamento d’aria del camion che ripartiva”, ha raccontato a Repubblica.it il capitano Gianfranco Pino, comandante della compagnia di Villanova d’Asti. “Ho fatto appena in tempo a urlare a pieni polmoni per avvisare l’appuntato. Per fortuna mi ha sentito”. Il carabiniere si è scansato ma poi è sparito alla vista del suo comandante: “Ho pensato fosse stato travolto dal camion o dalla nostra macchina finita nel fosso”. Invece l’appuntato aveva già fatto la sua mossa. “Il camion ha tamponato la nostra macchina di servizio e l’ha spinta in un fosso”, ha raccontato Riccardo Capeccia. “L’impatto lo ha fatto rallentare, così ho potuto aggrapparmi alla maniglia della portiera sul lato del conducente del tir e mi sono buttato nell’abitacolo. Il camion stava andando avanti verso la curva e stava invadendo l’altra corsia. Con una mano sono riuscito a sterzare ma non trovavo nessun freno”. Poi, spiega sempre a Repubblica.it, “mezzo dentro e mezzo fuori dall’abitacolo, perché non riuscivo a spostare l’autista che stava male, sono riuscito a raggiungere il freno a pedale con una mano. Eravamo già sul rettilineo in discesa e avevamo preso ancora più velocità. Alla fine ci siamo fermati”. Il carabiniere che non vuole essere considerato un eroe – “ho fatto quel che dovevo e basta”, ha detto nell’intervista – trova anche il tempo per ringraziare il suo capitano. Se “non mi avesse avvisato, non avrei fermato nessun Tir e non sarei nemmeno qui a raccontarlo”.