L’Europa continua a comprare auto, a gennaio vendite in crescita del 10 per cento. Bene Fca

Inizio d’anno positivo per il mercato europeo dell’auto. Secondo i dati dell’Acea, l’associazione dei costruttori europei, a gennaio le immatricolazioni nel 28 Paesi Ue più quelli Efta sono state 1.203.958, il 10,1 per cento in più rispetto a gennaio 2016. Tra i principali mercati si registra una crescita a doppia cifra in Spagna (+10,7 per cento), Francia (+10,6), Germania (+10,5) e Italia (+10,1). Più contenuto (+2,9 per cento) l’incremento di immatricolazioni nel Regno Unito. 

Eccellenti i risultati del Gruppo Fca, che con 83.780 immatricolazioni fa segnare una crescita del 15,2 per cento. Tra i brand del gruppo sono in crescita Alfa Romeo (+31,4 per cento), Fiat (+17,3 per cento) e Lancia/Chrysler (+2,5 per cento) mentre è in calo Jeep (-5,6 per cento). “La quota – al 7 per cento – è cresciuta rispetto a un anno fa di 0,4 punti percentuali”, spiega Fca in una nota. “Oltre alla crescita registrata in Italia (+12,7 per cento in un mercato cresciuto del 10,1 per cento), FCA ha ottenuto risultati positivi in quasi tutte le principali nazioni europee: in Germania (volumi in crescita del 22,7 per cento in un mercato che ha registrato un aumento del 10,5 per cento), in Francia (+19 per cento rispetto al +10,6 per cento del mercato) e in Spagna (vendite in crescita del 32,2 per cento in confronto al +10,6 per cento del mercato)”. Panda e 500 confermano la leadership del segmento A, con una quota, insieme, del 31,6 per cento, e la 500L è la più venduta del suo segmento con quasi il 22 per cento di quota. “Altrettanto positivo il risultato della 500X”, spiega la nota di Fca, ed è “in crescita anche la Tipo – che in Italia a gennaio è stata la seconda vettura più venduta del segmento – e che continua ad aumentare i volumi di vendita in Europa”. Fca parla anche di “effetto Giulia” che continua a trainare i risultati di Alfa Romeo, marchio in crescita in Italia del 27,2 per cento, in Germania del 48,4 per cento, in Francia del 2,4 per cento e in Spagna del 58,6 per cento.