“Qui non comanda la burocrazia, c’è un rischio, e noi chiudiamo: se qualcuno avrà da ridire e verrò indagato per il provvedimento, non mi interessa”. Lo ha detto Danilo Bolis, comandante della polizia locale di Civate, nel Lecchese, che ha firmato un’ordinanza per vietare il passaggio di mezzi superiori al peso di 3,5 tonnellate sul cavalcavia che attraversa la statale 36 e che si trova sul suo territorio.
Al comune di Civate, come a quelli di Bosisio Parini e Suelle, è giunta una comunicazione dell’Anas che chiedeva “un provvedimento provvisorio, di divieto al transito di trasporti eccezionali, con massa complessiva superiore alle 44 tonnellate”, sui cavalcavia che attraversano la statale 36, come quello crollato venerdì scorso. Bosisio e Suello hanno emesso un’ordinanza su queste indicazioni, mentre Civate ha deciso per una precauzione ancora maggiore, con lo stop ai mezzi superiori alle 3,5 tonnellate. “Quando ci è giunta la comunicazione dell’Anas”, spiega il comandante, “abbiamo chiesto all’ufficio tecnico comunale una verifica, e ci è stato confermato il sospetto di un potenziale pericolo. Quindi, per noi il ponte chiude a tutto il traffico pesante e non ci interessa se non è nostro: se qualcuno avrà da ridire e verrò indagato per il provvedimento, non mi interessa, chiaramente nel frattempo disporremo anche controlli per il rispetto dell’ordinanza”. “Abbiamo pensato all’incremento dei transiti sul nostro cavalcavia, a seguito del crollo di quello d’Annone”, spiega ancora il comandante della polizia locale di Civate, Danilo Bolis. “Insospettiti dalla richiesta di Anas, ho disposto un sopralluogo immediato dell’ufficio tecnico comunale, che infatti ha ravvisato segni di distaccamento di materiali: da qui l’opportunità di vietare il transito a tonnellaggi molto inferiori, rispetto all’indicazione dell’Anas”. A Civate viveva Claudio Bertini, la vittima del crollo di venerdì scorso.