Resteranno chiuse per due giorni, il 20 e 21 settembre, le aree di servizio autostradali. Le organizzazioni di categoria Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Anisa Confcommercio hanno infatti proclamato uno sciopero generale di 48 ore. La decisione, spiega una nota congiunta, “è motivata dall’allarme ingenerato da una gestione di fatto opaca ed inaccessibile a qualsiasi tipo di comprensione delle oltre 200 gare che stanno interessando altrettante aree di servizio, vale a dire il 50 per cento della rete”.
Per questo l’assemblea nazionale unitaria dei gestori delle aree di servizio autostradali ha anche formalizzato, comunicandolo al ministero dei Trasporti e ad Aiscat, l’annuncio “che i gestori impediranno, anche fisicamente, il concreto compiersi dei risultati a valle delle gare (passaggi di marchio tra affidatari, rilascio delle aree, ecc.), qualora non venissero fornite “adeguate, tangibili e trasparenti garanzie del pieno rispetto” delle normative. Il quadro che si va delineando, spiegano le tre sigle, “è in palese contrasto con il Decreto Interministeriale volto ad intervenire sulla rete distributiva autostradale e sulle procedure di gare destinate all’assegnazione delle aree”. A ciò si aggiunge – prosegue la nota – nello specifico delle piccole imprese di gestione, “l’emergere di una serie di comportamenti, più o meno appalesati, di alcuni tra i vecchi e i nuovi affidatari che, proprio grazie alla mancata trasparenza delle procedure di gara predisposte dai concessionari e dei varchi che tali procedure lasciano, hanno l’evidente obiettivo di stravolgere nel proprio particolare interesse e vanificare sia le intenzioni che il contenuto del decreto che il Mit ed il Mise avevano predisposto meno di un anno fa, dando il via alla ristrutturazione della rete”. Proprio ai Ministeri Faib, Fegica ed Anisa rivolgono il loro “pressante invito affinché assumano risolutivamente le iniziative tipiche delle loro prerogative in materia e assicurino il reintegrarsi del pieno rispetto della normativa vigente, scongiurando con ciò anche l’avviarsi di una lunga stagione di conflittualità a cui, a condizioni date, i gestori sarebbero costretti”.