Sono le energie rinnovabili la nuova “benzina” che spingerà Erg nel futuro. Una svolta iniziata nel 2006, con l’ingresso nel settore, e terminata oggi con le parole del presidente Edoardo Garrone. “Forse da quest’anno potete non chiamarci più petrolieri”, ha detto il presidente di Erg durante la visita alla centrale idroelettrica di Galleto, acquisita lo scorso anno da E.on, perché “siamo orgogliosi del nostro passato, ma dobbiamo guardare avanti e ormai siamo un’azienda green”, anzi “vogliamo essere l’Eni del vento”.
Dopo 70 anni di attività petrolifera, il Gruppo genovese si trasforma in azienda attiva esclusivamente nell’energia rinnovabile. Ormai per la Erg è “più importante vedere se piove o tira vento piuttosto che sapere quale sia il prezzo del petrolio”. Nel 2008, ha aggiunto il vicepresidente Alessandro Garrone, “eravamo un’azienda petrolifera” con raffinerie e “ci muovevamo in un settore ad altissima volatilità”: da allora il gruppo “ha disinvestito 3,3 miliardi di asset petroliferi e ne ha reinvestiti 3,9 sostanzialmente in energie rinnovabili, distribuendo anche 800 milioni di dividendi”. Erg è entrata nel settore delle rinnovabili nel 2006 con l’acquisizione di Enertad e, da allora, ha portato avanti una nuova strategia sempre più verde, che l’ha condotta in Italia al primato nell’eolico con 1,7 Gw di capacità installata, e all’ottavo posto nell’idroelettrico con una produzione di 1,8 TWh l’anno. Dei 3,9 miliardi di euro reinvestiti negli ultimi otto anni, 3 sono stati riservati all’Italia: di questi, circa 1 miliardo è finito nella zona di Terni dove ha acquisito un complesso sistema di 16 centrali idroelettriche. Il piano strategico al 2018 prevede una crescita di circa 600 MW della potenza installata nell’eolico all’estero.