Cosa rischiano i proprietari delle auto al centro dello scandalo Volkswagen? Chi guida una delle vetture turbodiesel incriminate può accedere alle zone a traffico limitato? Si possono prendere delle multe? Domande che gli automobilisti in questione si stanno facendo in questi giorni.
Secondo un servizio dell’Ansa, che ha interpellato le autorità interessate e alcuni esperti del settore, al momento non ci sono rischi e se mai dovessero essere rilevate delle irregolarità nell’omologazione, la responsabilità ricadrebbe soltanto sul costruttore. Anche se venisse contestata la non rispondenza delle emissioni a quelle richieste dalla Ue in seguito a un controllo dinamico specifico la responsabilità resterebbe comunque a carico della Casa automobilistica. I proprietari, quindi, come ha spiegato il viceministro ai Trasporti, Riccardo Nencini, “sono vittime di una truffa”. Per essere targata in Italia ogni auto deve essere omologata e nessuno può elevare – a condizione che lo stato di manutenzione sia corretto e le emissioni siano dunque nei limiti dichiarati da costruttore – infrazioni o provvedimenti di sequestro fino a che (è una ipotesi remota) il Ministero dei Trasporti revochi questa omologazione. Nessun problema dunque, almeno per ora, per una delle situazioni che stanno maggiormente preoccupando gli automobilisti italiani in questi giorni: quella dei blocchi della circolazione o dell’ingresso nelle Zone a traffico limitato. In tutti questi casi a far fede è la classificazione che compare sulla carta di circolazione. Dunque chi dovesse avere nella centralina che comanda l’iniezione del gasolio il software “segreto” al momento può contare, in ogni caso, sul fatto che la vettura è formalmente rispondente ai requisiti di legge. Dovrà essere il costruttore a impegnarsi in tempi brevi a fornire gli elenchi delle auto incriminate, a richiamarle per gli aggiornamenti gratuiti al software e, in caso limite, alla sostituzione dei motori o delle vetture.