Auto, vendite in crescita anche ad agosto. Ma il mercato sta rallentando

Il mercato italiano dell’auto non si ferma. La crescita delle immatricolazioni è continuata anche ad agosto, ma con un rallentamento. Secondo i dati del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, ad agosto le immatricolazioni sono state 59.203, in crescita del 10,65 per cento rispetto allo stesso mese del 2014. Negli otto mesi del 2015 le auto vendute sono state 1.065.556, il 15,03 per cento in più dell’analogo periodo dell’anno scorso.

Con 16.659 consegne Fiat Chrysler Automobiles fa anche ad agosto meglio del mercato: la crescita rispetto al 2014 è infatti del 12,67 per cento. In aumento le vendite di tutti i brand: Jeep registra una crescita del 216,5 per cento trainata dalla Renegade, seguita da Alfa Romeo (+36,7 per cento), Lancia (+11,8 per cento) e Fiat (+3,8 per cento). Sono cinque i modelli del gruppo tra le top ten: alle spalle della Panda, di gran lunga la più venduta anche ad agosto, Punto, Ypsilon, 500L e 500. Il Centro Studi Promotor stima 1.560.000 immatricolazioni nel 2015, il 14,7 per cento in più del 2014, ma il 37,4 per cento in meno rispetto ai livelli ante-crisi. “La ripresa c’è ma rispetto alla prima parte dell’anno si nota un rallentamento soprattutto se si considera che nel mese appena chiuso c’è stato un giorno lavorativo in più rispetto allo stesso mese 2014. Agosto è però un mese atipico”, spiega il presidente Gian Primo Quagliano. “Occorrerebbe che il Governo assumesse iniziative per favorire la ripresa e ciò a vantaggio, non solo dell’economia e dell’occupazione, ma anche della sicurezza della circolazione stradale e dell’ambiente. Dal Palazzo non giunge però alcun segnale”. L’Unrae, l’associazione delle Case estere, chiede al Governo un rapido confronto “per finalizzare le possibili azioni di ripresa del settore”, mentre per Federauto resta un moderato ottimismo ma “per famiglie e imprese la priorità è la fiscalità sull’auto”. L’Anfia sottolinea che i dati relativi ai volumi, per il mese di agosto, non erano così bassi dal lontano 1964 (poco più di 57.800 unità). “Il settore, in questa prima fase di ripresa”, sostiene, “ha bisogno di un sostegno adeguato in termini di politiche industriali, nonché di una fiscalità più equa, per tornare a livelli di sviluppo pienamente in linea con le sue potenzialità”.