Sotto l’albero di Natale il mercato dell’auto ha trovato una piacevole sorpresa. Dopo 42 cali mensili (dagli ultimi incentivi del 2010), le immatricolazioni di dicembre sono infatti cresciute dell’1,4 per cento, con 88.705 auto targate contro le 87.480 di un anno fa. Il risultato di dicembre non è però servito per risollevare un bilancio disastroso: il 2013 si è chiuso con la vendita di 1.303.534 auto, in calo del 7,1 per cento rispetto alle 1.403.010 del 2012.
I dati sono ancora peggiori per il gruppo Fiat, che nel 2013 ha immatricolato in Italia solamente 373.771 nuove vetture, in calo del 9,94 per cento rispetto alle 415.046 del 2012. Per Fiat Group Automobiles è negativo anche il bilancio di dicembre: – 2,62 per cento a 24.809 unità, contro le 25.476 di un anno fa. In calo anche la quota di mercato. Tra i singoli brand del Gruppo quello che si è comportato meglio è Fiat, che ha contenuto il calo annuale al 5,9 per cento con un lieve progresso della quota di mercato. Dati decisamente negativi per Lancia/Chrysler con appena 57.020 immatricolazioni nel 2013 (-20,18 per cento), Alfa Romeo (-24,97 per cento a 31.649 unità) e Jeep/Dodge (-11,15 per cento a 5.825 unità). Da Torino sottolineano che la Fiat Panda è la vettura più venduta in Italia sia a dicembre sia in tutto il 2013, con 101.600 immatricolazioni nell’anno e una quota nel segmento A del 41,4 per cento nel mese. Mentre la seconda classificata è la Punto, al vertice del segmento B con una quota nell’anno del 16,8 per cento. Seguono, nell’ordine, Lancia Ypsilon, Fiat 500 e Fiat 500L.
Tra i marchi esteri, si conferma anche nel 2013 la leadership in Italia di Volkswagen con 105.322 immatricolazioni (-7,29 per cento), seguita da Ford (-11,73 per cento a 87.417) e Opel (-10,55 per cento a 70.611). Quarta è Renault, in controtendenza a +9,76 per cento con 65.716 immatricolazioni, seguita da Peugeot (-9,19 per cento a 62.770 unità).
Cauti gli osservatori nell’interpretare il segnale positivo di dicembre. Per il Centro Studi Promotor ”è con ogni probabilità l’inizio dell’inversione di tendenza” che però non sarebbe ”in alcun modo riconducibile all’azione del governo”, che ”nulla ha fatto finora per contrastare l’andamento catastrofico del settore”. Il presidente dell’Unrae Massimo Nordio ricorda come ”i primi tre mesi dell’anno valgono almeno il 30 per cento dell’intero anno e sono quindi cruciali per tutto il 2014”. Anno in cui l’Unrae, ”in assenza di interventi incisivi”, si attende ”un’inversione di tendenza puramente tecnica e non una vera ripresa, con una crescita limitata al 2,4 per cento su base annua e 1.335.000 immatricolazioni”. Il presidente di Federauto Filippo Pavan Bernacchi, mette in guardia sui ”facili ottimismi” e stima che il 2014 ”si potrebbe chiudere attorno a 1.350.000, sostanzialmente fissando un periodo di stagnazione della domanda”. Più ottimista il presidente dell’Anfia Roberto Vavassori secondo cui la necessità di rinnovamento di un parco circolante ormai tra i più vecchi in Europa dovrebbe spingere ”già a partire dal 2014” ”a una graduale ripresa delle vendite”.