“A me fa male quando vedo un prete o una suora con un’auto di ultimo modello: ma non si può”. Le parole che Papa Francesco aveva esclamato il 6 luglio scorso incontrando in Vaticano i seminaristi, i novizi e le novizie in pellegrinaggio a Roma per l’Anno della Fede non sono state vane. L’appello di Bergoglio, che aveva comunque definito l’auto “necessaria” non è caduto nel vuoto. “Si deve fare tanto lavoro, spostarsi tanto, ma prendetene una più umile. Se prendete quella bella, pensate a quanti bambini muoiono di fame. Soltanto quello. La gioia non viene dalle cose che si hanno”, aveva detto il Papa. E così ora sono oltre una ventina i presuli e i monsignori che hanno rinunciato alla berlina di lusso per una più economica utilitaria.
L’esempio è arrivato proprio da Bergoglio che ha rifiutato la Mercedes utilizzata in precedenza da Benedetto XVI per una Phaeton della Volkswagen già presente nel parco auto del Vaticano. Ora utilizza soprattutto una Ford Focus d’annata. L’idea di rinunciare alle auto di lusso non abbandona Papa Francesco nemmeno durante i suoi viaggi. In Brasile, sotto gli occhi delle telecamere di tutto il mondo, si è spostato con una Idea della Fiat brasiliana, ad Assisi ha usato una Panda, a Cagliari una Focus, a Lampedusa la Campagnola offertagli da un abitante dell’isola. Ovviamente, c’è anche la Papamobile utilizzata per le udienze in piazza San Pietro, che il Papa ha voluto non blindata. E gli altri? Il messaggio di Bergoglio ha lasciato il segno visto che ora la targa Cv, dopo il passaggio dal Rav, la “motorizzazione del Vaticano”, compare su molte più utilitarie. Esibire il lusso è ora vietatissimo. Come spiega l’Ansa in un’agenzia, negli ultimi tempi non è stato difficile imbattersi in Vaticano e dintorni in vescovi e sacerdoti che colti alla guida di auto di un certo livello si sono affrettati a spiegare che si trattava di un acquisto di seconda mano o di auto comprate a prezzi ribassati. Non molto tempo fa un capodicastero che scendeva da un auto di lusso in via della Conciliazione ha subito fatto presente che l’auto non era sua e che aveva avuto soltanto un passaggio.