Le Regioni non ci stanno e criticano una serie di decisioni del governo relative al trasporto pubblico locale. In un ordine del giorno approvato nell’ultima seduta la Conferenza delle Regioni e Province autonome ha infatti ribadito la propria contrarietà a diversi punti della legge di stabilità. A partire dal fondo unico ferro-gomma, passando per l’anticipazione annua del 60 per cento delle risorse, per arrivare ai tagli di circa 1.200 milioni di euro al fondo per il trasporto pubblico locale.
Il fondo unico ferro-gomma, spiegano le regioni, “non è accettabile per due principali ragioni: fa confluire in un fondo di diretta gestione governativa risorse proprie delle Regioni”, e “comporta un ritorno al sistema della finanza derivata, invece di procedere a una vera fiscalizzazione delle risorse”. Quanto alla fiscalizzazione con compartecipazione all’accisa, le Regioni ricordano di avere chiesto la fiscalizzazione delle risorse per il trasporto pubblico locale effettuata tramite l’aliquota addizionale Irpef. Le Regioni contestano poi l’anticipazione del solo 60 per cento delle risorse annue per il settore, dal momento che, scrivono, “oltre il 60% delle risorse va a copertura del solo costo del personale”, per cui sostengono sia accettabile un’anticipazione pari al 97 per cento. Infine le Regioni criticano il taglio pari a 1.200 milioni di euro al fondo per il trasporto pubblico locale e ricordano che un accordo raggiunto a fine 2011 tra Governo e Regioni prevedeva, da parte dello Stato, l’erogazione di 86 milioni per l’efficientamento e la razionalizzazione del tpl che non sono mai arrivati. Chiedono quindi che questi soldi arrivino nel 2013 (clicca qui per approfondire).
Nei giorni scorsi tra Governo e Regioni si è tenuto un tavolo di lavoro che è stato aggiornato al prossimo 30 novembre, quando il Governo presenterà una ricognizione delle risorse e si discuterà del rinnovo del contratto, scaduto da cinque anni.