Un aumento flessibile dello sconto sulla benzina, che sia in linea con l’andamento del prezzo in Svizzera, l’estensione dell’agevolazione anche al gasolio e una verifica settimanale e non più trimestrale dei prezzi del carburante alla pompa. Sono questi i termini essenziali della proposta, elaborata insieme all’assessore al Bilancio della Regione Lombardia e coordinatore nazionale degli assessori al Bilancio delle Regioni Romano Colozzi, attorno a cui il presidente della Regione Roberto Formigoni ha ragionato con la Presidenza del Consiglio. L’aumento delle accise in vigore dal mese scorso in Italia ha reso estremamente conveniente il pieno in territorio elvetico e rischia di vanificare lo sconto benzina (10 centesimi per i Comuni fra 10 e 20 chilometri dal confine e 18 centesimi per i Comuni che distano da 10 a 0 chilometri) applicato da un decennio da Regione Lombardia in quelle zone.
“Abbiamo proposto”, spiegano il presidente Formigoni e l’assessore Colozzi, “che il monitoraggio finora trimestrale dei prezzi del carburante in Svizzera, a cura dell’Ambasciata, diventi settimanale e sia affidato alle Prefetture in collaborazione con Regione Lombardia. È diventato inoltre improrogabile un aumento del plafond di spesa (attualmente pari a 20 milioni di euro totali per Lombardia e Piemonte), per sostenere l’agevolazione, che renda possibile un aumento dello sconto proporzionale alla differenza dei prezzi del carburante fra Italia e Svizzera e l’avvio delle agevolazioni anche per il gasolio, per il quale fino a poche settimane fa non esisteva una particolare convenienza oltre confine”. Tali proposte sono ora all’esame del Governo, dal quale si attende una risposta entro i prossimi giorni. Nelle ultime due settimane di dicembre, ovvero dall’entrata in vigore dell’aumento delle accise sul carburante, nelle aree di confine con la Svizzera dove viene applicato lo sconto-benzina, si è registrata una flessione delle vendite pari al 67 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Se tale flessione si attestasse anche solo al 50 per cento delle vendite a prezzo scontato (nel 2011 pari a 110 milioni di litri) lo Stato avrebbe una perdita fiscale di sola accisa pari a 37.720.000 euro. “La situazione diventerebbe ancora più difficile per i benzinai italiani”, concludono Formigoni e Colozzi, “e per i loro dipendenti, con il rischio di impoverimento del territorio. Di qui l’esigenza di mettere in campo una soluzione concreta e coraggiosa”.