Grande distribuzione contro i costi minimi. “Ma i prezzi dei prodotti non saliranno”

“È fuorviante sostenere che per i beni di largo consumo, i cittadini, causa il riconoscimento dei costi della sicurezza, subirebbero un incremento di costi del 25 per cento. E se le imprese della grande distribuzione pensano di non rispettare le regole sulla sicurezza si scordino qualsiasi tipo di accordo”. Non usa mezzi termini il segretario generale di Conftrasporto, Pasquale Russo, che risponde a quanto affermato dalle associazioni rappresentati della grande distribuzione. Ieri, infatti, attraverso una nota congiunta Federdistribuzione, Ancc Coop e Ancd Conad, avevano lanciato un allarme subito fermato dal segretario generale di Conftrasporto.

“La situazione che si è creata nel settore dell’autotrasporto”, si legge nel comunicato delle tre associazioni della grande distribuzione, “potrebbe portare a un incremento medio delle tariffe pagate dalle imprese distributive pari al 25 per cento, con inevitabili impatti sui prezzi finali di vendita dei prodotti, e quindi sull’inflazione”. “Nel nostro settore”, si legge sempre nella nota di Federdistribuzione, Ancc Coop e Ancd Conad, “la grande maggioranza dei contratti è in forma scritta, sono contratti di lunga durata, prestano attenzione a garantire la produttività dei trasportatori e il rispetto dei termini di pagamento. Tutto questo rappresenta una forma di garanzia per le imprese di autotrasporto. Abbiamo bisogno che questo patrimonio costruito negli anni non venga dissipato”, aggiungono le tre associazioni, sottolineando che, “al contrario, l’applicazione della legge 127/2011 riporta a una situazione di tariffe minime, con costi di esercizio alti e uguali per tutti, indipendentemente dalle relazioni instauratesi nel tempo nei diversi settori. Chiediamo quindi che in ambito dei lavori dell’Osservatorio dell’Autotrasporto, della Consulta Generale o per vie normative venga prevista la possibilità di premiare i contratti di lunga durata, per riuscire a mantenere e migliorare un sistema specifico del nostro settore, in grado di soddisfare sia le imprese distributive che quelle dell’autotrasporto”. Teorie immediatamente smontate da Pasquale Russo. “Gli studi della stessa Confcommercio”, spiega il segretario generale di Conftrasporto, “dimostrano che se il prezzo del trasporto incrementasse del cinquanta per cento, 1 chilo di pasta, un litro di olio o un litro di benzina subirebbero un aumento medio di 0,010 euro. Non è con dichiarazioni che distorcono la verità che si può costruire un sistema di relazioni che può determinarsi tra le parti. La sicurezza  per noi non può essere messa in discussione e non lo consentiremo, pronti anche ad arrivare allo scontro. Diverso è favorire ogni strada per trovare intese che assicurino trasparenza, qualità e rispetto delle norme della sicurezza. Solo su questa impostazione si può trovare una strada comune; altri tentativi non possono che portare al fermo”.