La proposta della Svizzera: “Anche in Italia tassate i Tir per fare le ferrovie”

“L’Italia deve cambiare marcia se vuole veramente adeguare la propria infrastruttura ferroviaria”. Sono parole del direttore dell’Ufficio federale dei trasporti elvetico, Peter Fueglistaler, che durante un incontro avuto la scorsa settimana a Milano con i giornalisti italiani ha parlato di Alptransit e, soprattutto, di ciò che rimane da fare per collegare la nuova rete ferroviaria svizzera – quella che nella Confederazione definiscono “la prima ferrovia pianeggiante attraverso le Alpi” – alla rete italiana, per portare le merci a Milano e, poi, al porto di Genova.

Quello che l’Unione Europea ha battezzato Corridoio 1 e che unisce Nord e Sud Europa, da Rotterdam alla Liguria, dal Mare del Nord al Mediterraneo. L’asse commerciale più importante dell’intero Vecchio Continente: ogni anno, i 1.400 chilometri di binari che fanno parte di questo Corridoio trasportano qualcosa come 28 miliardi di tonnellate di merci. È dunque vitale, non soltanto per l’economia ma anche per la tutela dell’ambiente europeo, intervenire per adeguare la rete ferroviaria alle moderne necessità della produzione e del commercio. E, udite udite, se il problema, per l’Italia, è la mancanza di fondi, il direttore dell’Ufficio federale dei trasporti suggerisce una soluzione, ossia tassare il trasporto su gomma.
“Oggi in Svizzera ogni camion che passa paga una tassa pari a 80 centesimi di euro al chilometro”, ha precisato Fueglistaler. “Introdurre una misura del genere non solo in Italia ma nell’intera Unione Europea aiuterebbe a trovare i soldi per finanziare i progetti di miglioramento delle infrastrutture ferroviarie. Da noi ha funzionato”, ha aggiunto l’esperto elvetico, “contribuendo a introdurre nel sistema nuova efficienza e facendo anche risparmiare grandi quantità di emissioni di gas inquinanti”.
La tassa, infatti, si paga in base al chilometraggio percorso, anche se il carico è ridotto o addirittura nullo. L’autotrasportatore è quindi incentivato a concentrare i carichi, e questo significa, da una parte, aumentare l’efficienza del sistema, dall’altra, diminuire il numero dei viaggi. “Con la tassa sul trasporto pesante è aumentata la quantità di merce trasportata ma è diminuito il numero dei viaggi che ogni camion compie”, ha rivendicato Fueglistaler.
Il direttore dell’Ufficio federale dei trasporti elvetico ha lanciato anche una proposta: “C’è bisogno di un nuovo terminal per il trasporto merci in Lombardia (per lo scambio ferro-gomma dei container, ndr) da abbinare a quello esistente a Busto Arsizio. Noi siamo disposti a finanziare fino all’80 per cento dei costi di questo nuovo terminal, basta che a farlo siano i privati. Non ci importa dove, quello sta agli operatori privati deciderlo, ma se qualcuno ha un progetto venga da noi e ne parleremo”.