Auto blu addio, gli assessori del Comune di Milano faranno car-sharing

Gli assessori del Comune di Milano dicono addio alla macchina con autista ‘ad personam’ e imboccano la strada del servizio di car-sharing condiviso per i componenti della Giunta Pisapia. La circolare con la quale è stata ufficializzata la decisione, firmata dal direttore generale di Palazzo Marino, Davide Corritore, rende definitiva la sperimentazione, portata avanti nell’ultimo mese, prevedendo l’abolizione del servizio casa-lavoro per gli assessori, per il direttore generale, il segretario generale e il presidente del Consiglio comunale (salvo i viaggi di lavoro all’inizio o al termine della giornata lavorativa), l’abolizione del servizio di assegnazione ‘ad personam’ delle vetture, la conferma del divieto di ‘auto blu’ e l’estensione del servizio di car-sharing, fruibile su prenotazione da cinque luoghi strategici, tra cui Palazzo Marino.

“Il provvedimento”, ha spiegato il direttore generale del Comune, “nasce dalla necessità di razionalizzare e contenere la spesa. Gli autisti non più ad personam hanno potuto e potranno così effettuare altri servizi alla città eliminando i tempi morti di attesa degli assessori”.  Il passaggio successivo sarà quello di sperimentare la guida delle auto da parte degli stessi assessori.

3 risposte a “Auto blu addio, gli assessori del Comune di Milano faranno car-sharing

  1. Buongiorno, ma perchè gli assessori e tutti coloro che hanno l’auto blu (non solo a Milano) non fanno come i comuni mortali e vanno al lavoro (e dico VANNO) con la propria autovettura? Troppo comodo usare tutte le agevolazioni pagate dai cittadini! Forse perchè lo stipendio che percepiscono è troppo basso? Vedi classifica stipendi uscita giorni fà nei quotidiani.

  2. Ci sono tante ragioni per cui amministratori pubblici e politici sono odiati (non malsopportati, letteralmente odiati!) dalla gente. E l’auto blu è una di queste. Un punto a favore di Pisapia, anche se adesso va verificato se dalle parole si passerà davvero ai fatti.

  3. Ma chi controllerà che davvero succeda, chi se ne farà garante con i cittadini (magari promettendo che se la cosa non verrà attuata e resteranno solo, come spessissimo accade, le belle parole, si dimetterà)?

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