Gli italiani e l’auto: vecchia,
poco ecologica ma irrinunciabile

Le auto? Piccole, un po’ vecchiotte e nostrane. Gli automobilisti? Attenti all’ecologia, ma più a parole che con i fatti. Sono queste le principali indicazioni che emergono dalla fotografia della realtà automobilistica italiana scattata dall’istituto di ricerca indipendente Swg in collaborazione con Europ Assistance. I dati sono stati raccolti in quello che è stato definito il primo “Barometro sulle attitudini e gli atteggiamenti degli automobilisti italiani”. Quattro i temi trattati: ecologia, risparmio, tecnologia e sicurezza.
Si comincia con il parco auto: secondo la ricerca, più del 50 per cento degli italiani possiede un’auto di piccola cilindrata, il 35 per cento guida una berlina compatta e il 19 per cento una citycar. Una percentuale che sale curiosamente al Sud, dove a guidare una macchina “cittadina” è addirittura il 22 per cento del totale.
Auto piccole, ma anche un po’ datate. Il 64 per cento del parco vetture del nostro Paese è infatti costituito da veicoli immatricolati prima del 2004; di questi, il 26 per cento è addirittura anteriore al 2000. Il dato evidenzia come in realtà gli italiani non rincorrano l’ultimo modello disponibile. O, più probabilmente, la crisi ha costretto molti a riporre nel cassetto il sogno di comprare una vettura nuova. L’84 per cento degli intervistati ha infatti dichiarato che il periodo economico ha condizionato le proprie decisioni di acquisto. Infatti, il 69 per cento, ha dichiarato di non aver comprato un’auto nel 2009 e di non aver intenzione di farlo. Altro dato significativo è che gli italiani, nonostante il ricco ventaglio di offerte di auto da tutto il mondo, preferiscono il made in Italy: il 36,7 per cento degli italiani possiede infatti auto “nostrane”.
Vecchia, non particolarmente raffinata, ma comunque indispensabile. È proprio così che il 70 per cento degli automobilisti italiani definisce la propria auto: utilizzata per andare in ufficio (46 per cento), ma anche per fare acquisti (17 per cento) e per spostarsi nel tempo libero (13 per cento).
L’auto, lo sanno tutti, è una delle principali cause di inquinamento. Ne è a conoscenza l’82 per cento degli italiani, ma solamente il 53 per cento è disposto a spendere di più per un’auto ecologica. Per ridurre l’inquinamento causato dalla circolazione del parco auto nazionale gli italiani chiedono l’intervento delle case automobilistiche (49 per cento), attraverso la costruzione di auto meno inquinanti (51 per cento) e l’adozione di motori alternativi (45 per cento), o quello delle istituzioni (26 per cento) con incentivi alla rottamazione (55 per cento). Sono molto pochi (14 per cento) gli italiani che ammettono le proprie responsabilità nel processo d’inquinamento: il 58 per cento dichiara infatti di non spegnere il motore quando è fermo in coda e il 28 per cento di non cambiare marcia a basso numero di giri del motore. Gli automobilisti più educati, quelli che non “sgasano” alla partenza, sono per la maggioranza adulti (76 per cento), di sesso maschile (75 per cento) e residenti nel Centro Italia (76 per cento), mentre spengono il motore in coda (25 per cento) soprattutto i residenti del Nord e chi usa l’auto in misura limitata.
Invitati a immaginare l’auto del futuro e a fantasticare sulle prossime frontiere tecnologiche, gli italiani si prefigurano un’auto integralmente ecologica nei carburanti e costruita con materiali riciclabili (44 per cento) e multifunzionale (30 per cento), cioè dotata di ogni possibile optional e accessorio sul mercato, un elemento importantissimo soprattutto per i più giovani. Ma anche la sicurezza è considerata importantissima per l’auto del futuro: gli intervistati richiedono infatti l’introduzione di un computer di bordo in grado di offrire un servizio di soccorso Sos a chiamata (54 per cento), un segnalatore di pericolo imminente (48 per cento), un sistema di diagnostica dei guasti (45 per cento) e uno screening dello stato di salute del guidatore (42 per cento).