Il verbale è impietoso: 150 euro di multa e sei punti in meno dalla patente. Non per eccesso di velocità o guida in stato d’ebbrezza. La colpa di Fabrizio Segnini, bergamasco di 43 anni, è stata quella di essere passato con il rosso. Non in macchina o in moto, bensì in sella alla sua bicicletta. È lui una delle prime “vittime” delle nuove norme introdotte dal decreto sicurezza, che ha inasprito le sanzioni anche per alcune infrazioni al Codice della Strada.
Il bergamasco è stato infatti colto in fragrante in via Baioni verso le 17 di domenica – a meno di 48 ore dall’introduzione delle nuove norme – da una pattuglia della Polizia Stradale. Che, dopo averlo fermato, gli ha dato una multa di 150 euro e tolto sei punti dalla patente. Lui, Fabrizio Segnini, ha confessato a “L’Eco di Bergamo”, di non essere un fanatico della bici, ma solamente un tipo un po’ sovrappeso che con la bici da corsa tenta di perdere chili. E di essere passato con il rosso per un solo motivo: «Se hai il cambio un po’ duro come il mio, cambiare da fermo comporta il rischio che ti salti la catena. E mica posso scendere dalla bici e mettermi ad aggiustarla a ogni semaforo». Il 43enne, titolare di una ditta di traslochi, ieri era uscito da casa intorno alle 17. «Volevo fare un po’ di movimento, mosso dalla mia coscienza dopo che a tavola avevo mangiato un po’ troppo». Ma il bergamasco non ha fatto molta strada prima di incontrare la pattuglia: «C’era una macchina della polizia stradale ferma», ha raccontato sempre a L’Eco di Bergamo, «l’avevo vista, eccome. Le sono passato accanto, sulla destra, a passo d’uomo. Visto che a destra la strada è a fondo chiuso, ho svoltato costeggiando il marciapiede, sempre pianissimo, e attraversato la strada a fondo chiuso per poi immettermi di nuovo su via Baioni. È vero, il verde è scattato qualche attimo dopo; non contesto di essere passato col rosso, ma non andavo forte e non ho creato alcun pericolo alla circolazione, la strada in quel momento era deserta. Pensavo che i poliziotti avessero capito la situazione e fossero più tolleranti». Gli agenti lo hanno invece fermato pochi metri dopo: documenti, prego. «State scherzando o fate sul serio?», ha chiesto prima di capire che era tutto vero. A quel punto l’imprenditore si è infuriato e si è rifiutato di firmare il verbale: «Mi brucia, davvero, è una presa in giro».