C’è la crisi, non parte il treno container tra Germania e Cina

La ferrovia tedesca ha alzato bandiera bianca. La Deutsche Bahn ha infatti rinunciato, almeno per ora, al tanto atteso collegamento ferroviario riservato alle merci tra Germania e Cina. Lo ha annunciato Hans-Georg Werner, responsabile delle attività intermodali della ferrovia tedesca. Alla base della rinuncia ci sono le poche richieste ricevute per il trasporto; talmente poche che non basterebbero per coprire le spese. A causa della crisi mondiale, infatti, il trasporto di container tra Europa e Asia si è ridotto notevolmente e sono contemporaneamente crollati i prezzi del trasporto via nave. Evidentemente la ferrovia, che è molto più veloce della nave (15-20 giorni di viaggio per la Cina, rispetto alle cinque settimane del trasporto via mare), è ancora troppo costosa. E dire che fino a pochi mesi fa Deutsche Bahn festeggiava l’imminente apertura del collegamento di 10mila chilometri tra Amburgo e Pechino, attivo due volte alla settimana. Un progetto innovativo che anticipava quanto già voleva fare la francese Sncf, pronta a realizzare entro il 2011 un collegamento rapidissimo in grado di raggiungere la Cina in soli 10 giorni. Ma il trasporto ferroviario tra Europa e Asia non attira solo francesi e tedeschi: anche il gruppo austriaco Obb ha attivato un collegamento ogni 12 giorni attraverso l’Ungheria, la Repubblica Ceca, la Slovacchia e l’Ucraina.
Comunque la Deutsche Bahn non ha intenzione di rinunciare all’ambizioso progetto, visto che ha deciso di mantenere il collegamento per i cointainer  in viaggio tra Germania e Russia, gestito da Trans-Eurasia Logistics Gmbh, la stessa società che doveva curare il collegamento con la Cina.
Intanto, l’Iru, l’organismo che unisce gli operatori dell’autotrasporto, ha sperimentato il collegamento su strada tra Europa e Asia. Venti autoarticolati hanno effettuato un centinaio di viaggi sui tre percorsi individuati. Il bilancio, secondo gli organizzatori di questo progetto (chiamato Nelti), è stato positivo: tra le difficoltà incontrate spiccano i notevoli tempi d’attesa per i controlli alle varie frontiere.