Strada Facendo

Ergastolo patente a chi fa stragi guidando drogato o ubriaco

“Togliamo a vita la patente a chi provoca stragi sulle strade perché guida sotto l’effetto di droga o alcol”.  Questa proposta Paolo Uggè, l’aveva avanzata nel lontano 1994, quando lui era  parlamentare e al governo sedevano Silvio Berlusconi con Roberto Maroni ministro dell’Interno, Alfredo Biondi alla guida del ministero di Grazia e Giustizia, Publio Fiori a quello dei Trasporti e della navigazione. Oggi Paolo Uggè, divenuto presidente nazionale di Fai Conftrasporto e vicepresidente nazionale di Confcommercio, torna a riproporla, all’indomani della strage avvenuta nel mantovano dove un camionista, risultato positivo al test antidroga, a investito e ucciso madre e figlia, di 45 e nove anni.

Una proposta semplicissima: revocare a vita la patente (praticamente un ergastolo del permesso di guida) a chi, sotto l’effetto di droga o alcol, si metta al volante provocando una strage.”Il tragico incidente che ha visto un conducente di un mezzo pesante, risultato positivo al test antidroga, stroncare la vita di una madre e della sua bambina di nove anni, pone in tutta la sua drammaticità la questione della sicurezza sociale e della circolazione per coloro che si pongono alla guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti o in stato di ebrezza”, spiega oggi Paolo Uggè. “Per questi soggetti non ci devono essere scusanti: sono dei veri e propri assassini e come tali vanno trattati. Chi si mette alla guida in simili condizioni deve sapere che, volontariamente, mette in pericolo la vita altrui. Immaginare il reato di omicidio stradale, come propone qualcuno, è solo una perdita di tempo e un sofisma giuridico che la gente non comprenderebbe. Validissima, e a mio avviso assolutamente da percorrere, è invece la strada che porta all’ergastolo della patente, vale a dire la revoca a vita del permesso di mettersi al volante di qualsiasi mezzo, per chi provoca un incidente stradale mortale mentre era alla guida sotto gli effetti di droga o alcol”. Una proposta che il sottoscritto avanzò già nel 1994, e che purtroppo è rimasta lettera morta mentre sulle strade decine di persone hanno continuato a morire proprio per l’assenza di simili leggi. “Costringiamo, per legge, chiunque voglia usare droga e poi a guidare a immaginare il resto della sua vita senza mai più poter guidare, costretto a usare mezzi pubblici o taxi, a ad andare a piedi. Forse rifletterà cento volte prima di drogarsi o ubriacarsi. E forse salveremo davvero delle vittime umane che invece nel mantovano sono state sacrificate per colpa di chi si ostina a non voler trattare dei potenziali assassini come meriterebbero”.

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