“Non voglio assolutamente dar peso alle tante chiacchiere che si sono sprecate intorno a una presunta ambiguità di Confindustria sul tema della sicurezza. Sono qui per dirvi una sola cosa: la sicurezza e’ un bene di tutti e va rispettato da tutti i produttori di beni e servizi!” Sono queste le esatte parole pronunciate dal vicepresidente di Confindustria, Cesare Trevisani, delegato al settore Infrastrutture, logistica e mobilità, nel corso del suo recente intervento all’assemblea dell’associazione degli industriali. Parole da applaudire, ma, soprattutto da trasformare, immediatamente, in fatti concreti. Per farlo, al dottor Trevisani basterebbe pochissimo. Per esempio basterebbe schierarsi a fianco degli autotrasportatori per sollecitare i giudici del Tar del Lazio a emettere, finalmente, una sentenza su una vicenda ferma da sei anni e che potrebbe mettere fine a un reale e pesante pericolo per l’incolumità di migliaia di persone (minacciando anche di far crollare ponti, viadotti, strade sotto il peso eccessivo dei Tir e dei loro carichi). Come il dottor Trevisani sa infatti perfettamente, sulle strade e autostrade italiane circolano Tir carichi di manufatti d’acciaio dal peso complessivo di 108 tonnellate (anziché le “normali” 44) e questo a seguito di un’interpretazione dell’articolo 10 del Codice della strada che è stata contestata nel merito dal ministero dei Trasporti. Se l’autorevole esponente di Confindustria volesse rinfrescarsi la memoria in merito, gli basterebbe navigare su http://www.giustizia-amministrativa.it/WEBY2K/DettaglioRicorso.asp?val=200602665 per trovare tutti i riferimenti in merito al ricorso presentato al Tar e rimasto nel dimenticatoio per sei anni (la circolare ministeriale è la numero 189 del 6 settembre 2005 e il numero di registro generale è il 2665/2006). Ecco: questo, sarebbe un modo concreto per cancellare anche solo il sospetto di qualsiasi ambiguità, e permetterebbe di trasformare in fatti concreti belle parole. Perchè “la sicurezza è davvero un bene di tutti e va rispettato da tutti i produttori di beni e servizi”come ha giustamente ribadito Cesare Trevisani nel corso dell’assemblea di Confindustria e come ha più volte ricordato il nostro presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Un bene che ci auguriamo possano contribuire a tutelare, dopo sei anni di attesa, anche i giudici del Tribunale regionale amministrativo del Lazio, esaminando finalmente quel ricorso. In caso contrario, invitiamo fin d’ora il dottor Trevisani a schierarsi al fianco degli autotrasportatori (e di tutti coloro che davvero vogliono la sicurezza) in un’altra battaglia: quella per far sì che il ministro della Giustizia Angelino Alfano faccia partire un’ispezione ministeriale per scoprire come mai, in sei anni, i signori giudici del Tar non abbiano trovato il tempo di esaminare un documento da cui possono dipendere moltissime vite umane.
Doriano Bendotti (segretario provinciale Fai Bergamo)