C’è anche una voce fuori dal coro. Mentre tutti o quasi chiedono al governo di intervenire per calmierare il prezzo dei carburanti riducendo le imposte, la Cgia di Mestre espone una teoria diversa. Secondo l’associazione artigiani il peso delle tasse sui carburanti è tra i più bassi d’Europa. In Italia, l’incidenza percentuale delle tasse sul prezzo di un litro di benzina ha toccato il 55,1 per cento, mentre la media europea è del 58,3 per cento. Così si scopre che il peso delle tasse e delle accise sul prezzo alla pompa è molto più alto in altri Paesi: come nel Regno Unito (62,5 per cento), nei Paesi Bassi (62 per cento), in Germania (61,3 per cento) e in Francia (58,4 per cento). La Cgia di Mestre comunica anche un altro dato: al netto delle imposte, un litro di benzina in Italia costa 0,658 (dato al 31 gennaio 2011), l’importo più elevato tra i sette principali Paesi Ue. Il discorso non cambia per il gasolio. Anche in questo caso il carico fiscale per un litro di carburante è tra i più bassi d’Europa (48,1 per cento). Nel Regno Unito, il peso delle imposte e delle accise è del 60,9 per cento, in Germania del 52 per cento e in Francia del 50,6 per cento. In termini di prezzo, invece, solo la Grecia ha un costo alla pompa (0,729 al litro) più elevato del nostro (0,699 al litro). Tutti gli altri grandi Paesi Ue, invece, presentano un costo al litro molto più contenuto. “A incidere sul prezzo alla pompa non sono le imposte e le accise”, spiega Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia, “ma, probabilmente, una rete distributiva inadeguata e dei meccanismi speculativi che non hanno eguali nel resto d’Europa”.