Strada Facendo

Autotrasporto, la strada dell’innovazione non riguarda solo i mezzi ma anche gli imprenditori

Il mondo dell’autotrasporto italiano ha necessità di rinnovare le flotte, di poter contare su mezzi sempre più moderni, più efficienti e meno inquinanti.  Ma il mondo dell’autotrasporto italiano ha anche bisogno di innovare  la propria categoria, valorizzando il  patrimonio imprenditoriale nazionale. Parola di  Riccardo Morelli, neo presidente di Anita, che  in occasione dell’assemblea dell’associazione che si è tenuta all’Hotel Parco dei Principi di Roma, indicando  la strada da percorrere per il prossimo quadriennio ha voluto evidenziare  come “le scelte future del Paese debbano essere orientate alla valorizzazione e all’innovazione del patrimonio imprenditoriale nazionale”. Un passaggio obbligato in un percorso che ha sottolineato sempre Riccardo Morelli, “necessita di una visione politica strategica sulla mobilità delle merci a livello nazionale ed europeo, grazie anche a una maggiore intermodalità, utile a garantire la connessione fisica ed economica tra l’Italia e l’Estero, tra il Nord e il Sud del Paese, tra le Isole e il resto della Penisola a favore della continuità territoriale”.  Una connessione da realizzare tenendo presenti sicuramente “gli obiettivi politici legati al processo di transizione ambientale e tecnologica, che possono senza dubbio rappresentare un motore di crescita e di sviluppo per le imprese”, ma che, ha avvertito il neopresidente “devono essere realistici e raggiungibili anche grazie al fondamentale contributo del biometano e dei biocarburanti avanzati”. Affrontando infine il delicato tema dello squilibrio tra domanda e offerta nel settore dell’autotrasporto, che a oggi richiede figure sempre più specializzate e qualificate ma che fatica a far presa tra i giovani che si affacciano al mondo del lavoro, Riccardo Morelli ha individuato nella riforma del sistema pubblico dell’istruzione tecnica, nella semplificazione delle procedure necessarie al conseguimento dei titoli abilitativi e nel potenziamento di percorsi formativi ad hoc negli istituti tecnici le possibili soluzioni per arginare il problema e garantire la crescita e lo sviluppo del comparto.

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