Strada Facendo

Uno spazioporto in Italia, servirà per i voli suborbitali: da Roma a New York in un’ora

Dall’aeroporto allo spazioporto. L’Italia ha compiuto il primo passo per avere un’infrastruttura capace di accogliere in un futuro nemmeno troppo lontano i voli suborbitali, che sarebbero in grado di collegare Roma e New York in un’ora e utili per i test scientifici e tecnologici, ma anche per il turismo spaziale. Un “pronti al decollo” sancito dal memorandum di cooperazione firmato giovedì a Roma dal presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi), Roberto Battiston, e dal vicedirettore generale dell’Enac (Ente Nazionale Aviazione Civile), Benedetto Marasà, con George Nield, direttore associato per il Trasporto spaziale commerciale dell’Agenzia federale degli Stati Uniti per l’Aviazione (Faa).

“Impossibile prevedere i tempi per realizzare uno spazioporto in Italia, potrebbero essere necessari da 3 a 5 anni: tutto dipende dal sistema di reazioni a livello politico, tecnologico e dell’industria capaci di porre l’attenzione su questo tema”, ha detto Roberto Battiston. L’incontro, al quale ha partecipato il responsabile per le attività spaziali del ministero degli Affari Esteri, Fabrizio Nicoletti, è stato organizzato da Roberto Vittori, astronauta dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa), generale di brigata dell’Aeronautica Militare e addetto per le attività spaziali presso l’Ambasciata Italiana a Washington. “L’aerospazio è destinato a un’evoluzione analoga a quella del trasporto aereo”, ha spiegato Vittori. L’industria, dal canto suo è decisamente interessata: “Abbiamo identificato due o tre possibili siti nel Centro e nel Sud Italia”, ha detto a margine dell’incontro Vincenzo Giorgio, amministratore delegato della Altec, la società nata dalla collaborazione fra Thales Alenia Space (Thales-Leonardo Finmeccanica) e Asi. Si apre così – spiega un’agenzia Ansa – anche per il nostro Paese la prospettiva di essere fra i protagonisti di un settore con un volume di affari per miliardi di dollari e che Nield ha definito “un’area quanto mai entusiasmante”. Per Benedetto Marasà, vicedirettore dell’Enac, ora bisogna trovare un’intesa a livello di regolamenti: “Insieme alla Faa e all’Asi ci incontreremo per adeguare regole comuni”. È il primo passo per collaborare con i privati attivi in questo campo molti dei quali hanno già contratti con la Nasa, come Virgin Galactic, Blue Origine, Bigalow, Space X, Orbital Atk.

Exit mobile version