Sistri addio? A lasciar intravedere l’ipotesi che il fallimentare sistema di tracciabilità dei rifiuti pericolosi possa essere definitivamente buttato in pattumiera (insieme a centinaia di milioni di euro spesi in questi anni per tentar di far funzionare, inutilmente, un progetto nato male e finito peggio) è stato il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, che intervenendo all’assemblea annuale di Federchimica e rispondendo a un preciso “attacco” al Sistri sferrato da Cesare Puccioni, rieletto proprio nell’occasione presidente degli industriali chimici fino al 2017, ha affermato che “bisogna avere il coraggio di compiere un passo indietro e raggiungere l’obiettivo in altro modo”. Una frase che è suonata per moltissimi come come un preludio a una cancellazione del sistema, soprattutto se considerato che sono state pronunciate dopo la durissima “requisitoria” di Cesare Puccini che ha denunciato come “in 5 anni ci siano stati 24 provvedimenti legislativi con innumerevoli modifiche, 7 rinvii e un sistema non ancora pienamente funzionante”. Dati che hanno spinto il riconfermato numero uno di Federchimica a concludere che “il sistema, sconosciuto in tutti gli altri Paesi europei, va semplificato e corretto per essere reso applicabile, e senza oneri aggiuntivi per le imprese.