È vero, il grande Clay Regazzoni, pilota di Formula 1 degli Anni 70 è svizzero, ma pensare che gli italiani debbano prendere lezioni di guida dagli eredi di Guglielmo Tell è un po’ troppo. Eppure un comunicato della polizia cantonale ticinese emesso in occasione del bilancio 2012 su incidenti e violazioni al Codice della strada parla chiaro. “Il modello di guida svizzero è messo sempre più alla prova dalla mobilità e dal sistema traffico della vicina penisola”, si legge, “dove la massa di utenti in continuo aumento modifica lentamente anche le abitudini locali. Gli sporadici controlli sul territorio cantonale non riescono a contenere l’aumento di infrazioni medio gravi e gravi”. Tradotto: dietro un incidente stradale in Ticino ci sarebbe un pizzico di Italia.
E sul sito della televisione svizzera di lingua italiana Rsi il capitano della polizia cantonale, Marco Guscio, rincara la dose: “Il Ticino è fuori dalla media nazionale a causa dell’alto numero di automobilisti italiani che usano il nostro sistema viario, alzando la media degli incidenti. Questo perché la loro maniera di guidare è più disinvolta”. E pensare che tra Como, Varese e Verbania quando c’è una coda in città, la saggezza popolare vuole che sia causata da un veicolo con al volante uno svizzero.