“Le black-box, le scatole nere che Selex Service management, società del gruppo Finmeccanica, aveva scelto di utilizzare per il Sistri (il sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti per i quali migliaia di imprese di autotrasporto hanno pagato oltre 70 milioni di euro senza che il servizio sia mai entrato in funzione) altro non sono che dei normali transponder che indicano la posizione e la percorrenza di un mezzo.
Sono prodotte dalla Viacom, una società che, come pubblicizza il suo sito, affitta normalmente il dispositivo alle pubbliche amministrazioni o ai privati per 35 euro l’anno. Ebbene, nel contratto siglato per il progetto Sistri, il ministero le paga 500 euro”. A svelare l’ennesimo capitolo dello scandalo Sistri è il quotidiano La Repubblica (clicca qui) che in un’inchiesta svela tutti i retroscena di uno scandalo che da mesi migliaia di autotrasportatori italiani vanno denunciando.