Strada Facendo

“Il Governo deve intervenire per fermare il pericolo caporalato nel trasporto merci”

Non era un grido d’allarme da sottovalutare quello lanciato nell’edizione di Libero di domenica scorsa intitolato “Occhio alla concorrenza sleale dell’Est”. Il rischio che autotrasportatori senza la professionalità necessaria o dipendenti sottopagati possano circolare liberamente sulle nostre strade esiste. Lo ribadiscono anche un’interrogazione parlamentare dell’onorevole Daniele Toto, di Futuro e Libertà, e una segnalazione del segretario regionale Cgil dei trasporti del Lazio, Rocco Lamparelli. 

Se le autorità e il Governo non interverranno a far rispettare le regole esistenti, il rischio d’incidenti  non solo non diminuirà ma rischierà di aumentare vertiginosamente. Come impedirlo? Per esempio applicando  il cronotachigrafo anche per i veicoli superiori alle 1,5 tonnellate, mantenendo, per i lavoratori autonomi, l’obbligo di dimostrare i requisiti della professionalità e rafforzando per i dipendenti i dovuti controlli sulla sicurezza sociale e della regolarità contributiva. Nei giorni scorsi un’interrogazione in Parlamento ha posto all’attenzione del Governo il fatto che la Sda, società partecipata al 100 per cento  da Poste spa, abbia chiuso i bilanci degli ultimi due anni con perdite di circa 57 milioni di euro. La situazione finanziaria deriverebbe non solo dalla gestione, evidentemente non delle migliori, ma anche dal mancato riconoscimento dei corrispettivi per le consegne da parte di Poste spa che verrebbe a trovarsi in una situazione di debitrice commerciale e creditrice finanziaria in quanto interverrebbe in parte a ripianare le perdite. In settimana un nucleo di ispettori del lavoro si sarebbe inoltre  presentato presso le sedi romane della Sda per verificare se la segnalazione delle organizzazioni sindacali dei lavoratori rispondano alla realtà, se davvero dei cinque euro all’ora riconosciuti ai corrieri un terzo finiva in busta paga come retribuzione ordinaria e il resto veniva invece corrisposto sotto la voce  “premi o trasferte”. Tutto questo gestendo  i rapporti attraverso delle cooperative o piccole aziende. Il nucleo ispettivo potrebbe voler accertare se sussistano violazioni agli obblighi contributivi. L’obiettivo è evitare che attraverso il mancato rispetto delle norme vigenti sulla sicurezza degli operatori (si tratta per lo più di lavoratori autonomi) si creino condizioni per dare spazio a  forme di dumping che colpiscono imprese private concorrenti. E’ pur vero che, come asseriscono i responsabili di Sda, “non vi è alcuna costrizione sulle tariffe che tengono conto  del mercato”, ma se le risultanze di bilancio sono quelle denunciate dal parlamentare Daniele Toto forse la libera concorrenza ne risente. Questi episodi devono essere risolti nei provvedimenti per lo sviluppo; attraverso il potenziamento dei controlli  e mantenendo l’obbligo dei requisiti della professionalità per gli operatori autonomi.

Paolo Uggé

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