Secondo indiscrezioni raccolte dal noto portale “OmniAuto.it”, il contributo si aggirerà attorno ai 3-4 euro a gomma, che fanno da 14 a 20 euro di contributo ad auto nuova. E attenzione a questo passaggio: “Il contributo è riscosso dal rivenditore del veicolo all’atto della vendita di ogni veicolo nuovo nel territorio nazionale e versato in un fondo appositamente costituito presso l’Automobile club Italia, utilizzato per la copertura dei costi di raccolta e gestione degli pneumatici dei veicoli a fine vita”. Quindi, l’Aci incassa per coprire i costi dovuti a una prima operazione: raccolta e gestione delle gomme delle auto mandate dal demolitore. E infine: “Dal 120esimo giorno dall’entrata in vigore del presente regolamento decorre l’obbligo, da parte dei rivenditori, di esazione del contributo che deve essere indicato in modo chiaro in una riga separata nella fattura di vendita”. Il concessionario deve farti vedere qual è il contributo dato all’Aci, che ci auguriamo riesca nella complessa gestione della materia.
Sempre OmniAuto.it parla anche del secondo contributo. “Ogni volta invece che compreremo pneumatici nuovi, pagheremo un contributo (probabilmente di 3-4 euro a gomma, lo ricordiamo) a Ecopneus, che impiegherà questo denaro per smaltire le gomme vecchie. Ma cos’è Ecopneus? È la società senza scopo di lucro per il rintracciamento, la raccolta, il trattamento e la destinazione finale degli pneumatici fuori uso, creata dai principali produttori di pneumatici operanti in Italia. Parliamo di multinazionali: ci sono dentro Bridgestone, Continental, Goodyear Dunlop, Marangoni, Michelin e Pirelli. E hanno tutto l’interesse a stroncare le ecomafie, specie quelle del Sud del nostro Paese. Il contributo ambientale richiesto al momento dell’acquisto dello pneumatico nuovo garantirà ai cittadini la massima trasparenza: sarà riportato in fattura o sullo scontrino fiscale in apposita riga separata. Fra circa tre mesi, Ecopneus avvierà il ritiro gratuito degli pneumatici fuori uso nei 30.000 tra gommisti, autofficine, sedi di flotte di veicoli su tutto il territorio nazionale. A seguire, l’invio agli impianti di trattamento o di valorizzazione”.