Fra pochi giorni, con l’entrata in vigore del Sistri, il nuovo sistema di tracciabilità dei rifiuti destinato a entrare di diritto nella lista dei progetti peggio riusciti dell’intera storia del nostro Paese, ci sarà il vero “click day” e le segnalazioni che giungono dai nostri associati sono sempre quelle: impossibile concludere un’operazione per la parte trasporto (la più rilevante) anche perché spesso è impossibile accedere al sistema. Ma dalla parte dei “grandi clienti” regna una calma sospetta, anzi più che sospetta preoccupante per le aziende italiane (quelle oneste e in regola). Il perché è presto spiegato: questo silenzio può essere letto come un messaggio tanto semplice e chiaro quanto allarmante: ovvero, dal 1 giugno di giugno caricheremo le macchine dei vettori stranieri, ai quali è stato concesso come temevamo di aggirare il Sistri! I responsabili dell’Asstri, l’associazione imprese smaltimento stoccaggio trasporti rifiuti, si erano battuti lo scorso anno per ottenere uguale trattamento per i nostri concorrenti stranieri e ci eravamo quasi riusciti, ma è bastato che da Bruxelles arrivasse la protesta delle associazioni europee, che subito si è trovata la scappatoia per l’iscrizione delle imprese straniere ” a data da destinarsi”. Questa è l’ennesima dimostrazione di come l’impresa italiana sia ancora una volta messa in condizioni di chiudere o di emigrare all’estero, proprio come i nostri giovani talenti. Ce ne ricorderemo alle prossime elezioni, non solo degli attori di questo governo, ma di tutti i parlamentari di ogni partito che continuano a tacere su questo ennesimo scandalo!
Claudio Fraconti (vicepresidente nazionale ASSTRI)