Da Mirafiori ribadiscono che il calo di ottobre è la conseguenza diretta degli “ottimi” risultati conseguiti con gli eco-incentivi, la cui fine ha però determinato l’amaro contraccolpo che ora il Lingotto sta subendo. Comunque, sottolineano da Torino, “se si confrontano le quote di mercato di ottobre con quelle dei mesi precedenti, emerge che Fiat Group Automobiles ha confermato il 6,9 per cento di settembre e migliorato il 6,4 per cento di agosto”.
Riguardo ai singoli brand del gruppo, a ottobre Fiat è in calo del 36,4 per cento con 56.331 nuove immatricolazioni (dal 7 per cento al 5,3 per cento la quota), Lancia cede il 43,2 per cento a 6.334 unità (dallo 0,9 per cento allo 0,6 per cento la quota), mentre l’unica boccata d’ossigeno arriva dall’Alfa Romeo che ha venduto a ottobre 10.778 nuove vetture, in rialzo del 12,6 per cento, raggiungendo una quota dell’1 per cento dallo 0,8 per cento di un anno fa. A trainare la domanda è soprattutto la Giulietta, che in pochi mesi “ha già raggiunto quasi 23 mila immatricolazioni”.
“Il sensibile calo delle vendite di ottobre”, precisano a Mirafiori, “è dovuto principalmente al forte rallentamento dei mercati europei con maggiore presenza di Fiat Group” come Italia (-28,8 per cento), Francia (-18,5 per cento), Spagna (-37,6 per cento) e Germania (-20 per cento), mentre in alcuni mercati minori dove il mercato è cresciuto, il Lingotto “ottiene ad ottobre risultati decisamente positivi”, come in Olanda (+76,7 per cento) e in Portogallo (+8,8 per cento).
Riguardo agli altri gruppi dell’auto europei, tutti con immatricolazioni in calo a ottobre tranne Bmw (+5,4 per cento), in testa alla top ten ci sono Volkswagen (con una quota del 22,6 per cento, in crescita dal 21,2 per cento di un anno fa), Psa-Peugeot Citroen (12,9 per cento) e Renault (10,6 per cento). Il gruppo Fiat si attesta al sesto posto, mentre quarto è Gm (all’8 per cento) e quinto Ford (al 7,3 per cento).
Secondo il Centro Studi Promotor il mercato europeo di ottobre delinea “un andamento non coerente né con il quadro economico, né con gli indicatori di fiducia dell’area” e fa immaginare “prospettive per l’immediato futuro non positive”. Anche per il direttore generale dell’Unrae Gianni Filipponi il mercato dell’auto di ottobre è “la logica conseguenza di un’economia europea ben lontana da un vero e consolidato recupero”, a cui si aggiunge “una preoccupante inversione di tendenza nel processo di riduzione delle emissioni di Co2”. E l’Anfia prevede per fine anno un calo del mercato europeo del 10 per cento.