Le targhe sono in effetti spiccicate. Uguale anche il fondo bianco e i caratteri neri (con font peraltro molto simile a quello in uso in Italia), le bande laterali azzurre con caratteri bianchi. Le piccole diversità come la F al posto della I, a indicare il Paese di provenienza, sono quasi indistinguibili se il vigile non ha l’occhio ben allenato. Così come non si può pretendere che i velox distinguano queste “sottigliezze”.
Altre differenze che non dovrebbero sfuggire a chi accerta le infrazioni, sottolineano gli esperti, sono i caratteri delle targhe graficamente un po’ diversi, nonché le scritte diverse sulle fascette azzurre e il fatto che i due sistemi sono partiti in tempi molto diversi, per cui una ”A” iniziale corrisponde a un’auto di metà anni Novanta in Italia e a una vettura nuova Oltralpe. Secondo quanto segnala Debora Serracchiani, durante l’estate ad alcuni ignari cittadini italiani sono state recapitate “multe pazze” per infrazioni commesse da automobilisti francesi, le cui vetture avevano la targa uguale a quelle dei nostri connazionali.
L’esponente Pd specifica tuttavia che, sebbene le procedure prevedano un esame preciso da parte degli agenti di polizia “a molti cittadini ignari continuano a essere recapitate multe per infrazioni mai commesse in luoghi in cui non sono mai stati. Molti pagano per evitare di fare ricorso nel luogo di emissione della notifica e di seguire il lungo iter burocratico”.
Serracchiani chiede quindi alla Commissione l’accertamento dell’entità del disagio recato agli automobilisti europei e inoltre l’uniformazione di tutti i veicoli europei con un unico sistema di immatricolazione nazionale.